“L’agenzia di rating americana Moody’s ha dichiarato oggi che l’aumento dei costi di finanziamento del debito pubblico italiano sono da imputare al rischio politico interno generato dal Governo giallo-verde. In altre parole, le maggiori spese per interessi sul debito che gli italiani dovranno pagare nei prossimi anni per effetto dell’aumento dei rendimenti sui titoli di Stato registrato nelle ultime aste del Tesoro non dipendono, come hanno sempre voluto far credere gli esponenti di Lega e Movimento Cinque Stelle, dalla crisi economica internazionale ma, più semplicemente, dal clima politico creatosi in Italia dopo l’avvento del Governo Conte. Questo aumento di rischio politico, secondo Moody’s, “sta già incidendo sui conti pubblici” e potrebbe portare, molto probabilmente, ad elezioni anticipate subito dopo le elezioni europee. La situazione politica non è chiara, così come non è chiaro cosa possa succedere sui mercati finanziari, ha poi sottolineato la capo economista di Kathrin Muehlbronner, con gli investitori internazionali che non sanno bene se tornare a vendere i titoli di Stato.
Nel frattempo, l’agenzia ha tagliato le sue previsioni di crescita del Pil nell’intervallo 0-0,5%, dal precedente +1,3%, e anche per il 2020 la crescita non dovrebbe essere superiore al +1,0%. Moody’s è soltanto l’ultimo istituto che si aggiunge alla lunga lista di quelli che hanno già tagliato fortemente le previsioni di crescita, tra i quali Fondo Monetario, Commissione Europea, Banca d’Italia, Ufficio Parlamentare di Bilancio, Oxford Economics, PIMCO, Goldman Sachs e altri ancora”.
Lo dichiara in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile della politica economica di Forza Italia.
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