Fulvio Collovati, uno dei campioni del mondo di calcio ’82
è all’indice. La Rai lo ha sospeso dal suo ruolo di commentatore sportivo Tv con un intervento diretto dell’AD Santini. Per ora fino al 9 marzo. Eppure l’ex chioma d’oro Fulvio aveva retto a litigi mitici televisivi con l’ex arbitro Tombolini, alla fine eclissatosi dalle trasmissioni, ed intrecciato pericolosi contraddittori continui con Tardelli che rappresenta un po’ ottusamente il pensiero legacy del mondo calcistico di alto livello.
Collovati, elegante difensore, stavolta è caduto sul tentativo di dribblare l’universo femminile; risultato, è stato ferocemente atterrato, anche se il riferimento delle sue parole, retro pensiero di tutti gli appassionati ed utenti di calcio guardato, in gran parte uomini, è l’esuberante Wanda Nara, al secolo signora di quell’Icardi che era bomber ed uomo simbolo dell’Inter. L’educato friulano Fulvio è stato accusato di essere divenuto un picchiatore verbale per aver detto con tanto di erre moscia, durante Quelli che il calcio, che Le donne non possono parlare di tattica, quando sento che lo fanno mi si rivolta lo stomaco.
Quanto un uomo può essere ancora limitato nel 2019?
Immediate le reazioni, del CT della nazionale femminile Milena Bertolini e di Regina Baresi, capitana dell’Inter, Il mio voltastomaco dura da ieri. Quanto un uomo può essere ancora limitato nel 2019?. Solo le donne hanno potuto parlare nella rissa dialettica che è seguita sul retrogrado, maschilista, sessista messo alla gogna. Infatti a difendere l’ex stopper di Milan, Inter, Roma e Genoa sono rimaste la moglie Caterina Cimmino, opinionista a TeleLombardia, le figlie Celeste e Clementina. Il calcio è in gran parte prestanza fisica, a parte le specifiche abilità di piede. Tutte le terminologie adottate dagli addetti ai lavori, non possesso, sovrapposizioni, profondità, transizioni, spazio senza palla non prescindono dalla forza fisica nel confronto e dai polmoni che permettono al giocatore di trovarsi quasi ubiquamente dappertutto. Ridurre però a poca cosa la benedetta tattica non piacerebbe alle conduttrici come ai conduttori. Eppure se parlava fantozzianamente Collovati, lo faceva a nome di una maggioranza silenziosa, appassionata di uno sport che nei fatti è maschile, che sta assistendo al completo degrado dell’informazione calcistica, che ha finito per condizionare pesantemente il campo.
Sono passati i tempi in cui uomini valenti grigi si
dedicavano ai risultati, ai gol, alle classifiche in una minuziosa cronaca televisiva di tutti i calci dati al pallone. Ora si dà per scontato che lo spettatore, su mille piattaforme di cui diverse pay, sappia già tutte queste cose e che gli interessi un colto dibattito, anzi più d’uno, nel succedersi dei talk anche sulla stessa rete, sui retroscena sportivi, sociali (intesi come club), sociali ( come società), tifosistici, economici, psicologici ed infine familiari. E’ stata un’evoluzione accompagnata dalla resistibile ascesa delle prime vallette scosciate e scollate su sgabelli a videosorveglianza che accompagnavano con imbarazzo di quest’ultimi i grigi Tvsportivi; che poi hanno ottenuto diritto di parola con Alba Parietti e Simona Ventura e diritto di primato con Paola Ferrari il cui aspetto dettava luci, spazi e inquadrature per rispetto dell’età. Competente o meno, la ormai conduttrice e giornalista ha conquistato il suo spazio in trasmissioni che per forza di cose trattano una cosa che è l’hobby personale di quasi tutti gli uomini e quasi di nesuna donna. E’ sicuro che ci siano donne esperte ma il loro numero statistico è minimo come sono minimi l’interesse ed il giro d’affari per e del calcio femminile.
Calcio, sport, informazione e tutto il resto devono oggi
avere sempre donne in primo piano per la legge pubblicitaria del sex appeal che fa sì che uno spettacolo sia più gradito se ci sono occhioni, lunghe chiome e tutto il resto, meglio se più giovani . Nel giornalismo e talk mediatico calcistico questo ha provocato un gran reclutamento familistico, anche perché da decenni si assiste all’atttrazione magnetica tra veline e calciatori, già binomo del successo di noti locali. Nel giornalismo storicamente il familismo c’è sempre stato e non si vuole qui condannarlo. Come non c’è niente da dire se la discussione sul gol annullato veda protagoniste anche un paio di fidanzate dei goleador o se un calciatore data l’intervista baci la reporter che è anche la sua ragazza. Stiamo però vivendo in pieno il vortice Wanda, la procuratrice del giocatore, un tempo simbolo dell’Inter, Maurito Icardi.
Wanda Nara, argentina nata a Buenos Aires classe 1986,
cresciuta nella provincia di Boulogne sur Mer, 56 chili molto ben distribuiti, ci ha condotto in una vera telenovela sudamericana, topos argentina, stile Topazio, già a cominciare dalle trattative per l’ingaggio di quello che è anche suo marito. Ne era appena uscita che ne comunicava i particolari, ai 4,5 milioni che la seguono su Istagram. Grazie a me, Mauro ha aumentato i contratti dell’85%, alcuni sono a vita e pace per il direttore sportivo dell’Inter Ausilio che le rimproverava troppi ruoli. E la volta dopo le minacce sempre urbi e orbi (Con l’Inter siamo lontanissimi. L’offerta non esiste, devo sedermi a parlare. …aveva un piede fuori da Milano, dove voleva andare? La domanda giusta è “Dove volevano mandarlo”. Alla Juventus. È stato Mauro a voler rimanere all’Inter). Negli ultimi mesi le scorribande della bionda provocante e procace vamp Wanda sono uscite dal letto e dagli schermi per approcciare al tabellone dei risultati.
E’ sicuro che la signora Nara sia competente di calciatori, ne ha sposati 2, Maxi Lopez e dal 2014 Icardi. Quando però ha attaccato il campione croato ed interista Perisic, considerato boss dello spogliatoio (Non è la prima partita che si dice di Perisic che gioca male. Serve gente che metta palloni buoni a Mauro) oppure la squadra ( a volte escono delle cattiverie da dentro; Mauro può portare o cacciare persone soltanto alzando un dito, ma non lo fa perché sente molto il ruolo di capitano) ed anche l’allenatore Spalletti (Mauro…servito poco in questo periodo. Magari Spalletti poteva mettere prima Martinez, dovrebbe approfittare del fatto che sono amici, fra loro non c’è rivalità) non ha fatto altro che far sospettare che riferisse i veri pensieri del marito.
E’ un fiume in piena la Wanda soprattutto da quando fa la commentatrice Tv per la gioia del presentatore Pardo su Tiki Taka. Si sa tutto ormai dai tweet, dalle piattaforme, dalla Tv della soubrette della famosa telenovela argentina, Golpe de Corazon, della sua linea d’abbigliamento Wan Collection per donne movimentate, del suo attico di 400 mq con vista su San Siro, della Roll Royce da 300mila euro, del suo libro Campione in campo e nella vita scritto per i suoi cinque bambini (Valentino, Benedicto e Costantino Lopez, Isabella e Francesca Icardi); della chat delle mogli e fidanzate dei giocatori interisti, di quanto la volesse Aurelio De Laurentis, della guerra con la sorella del marito Ivana. di quanto sia madre e moglie premurosa (segue numero degli amplessi), dei grandi matrimoni di famiglia, lei mentore, della sorella Zaira (moglie del calciatore Forlan, del tennista Monaco, del barone von Plessen) e della madre Nora Colosimo; di quando, 18enne, ebbe una presunta love story con Maradona, il quale al tavolo del marito le presentò quello nuovo, di sette anni più giovane.
La squadra che ha un accordo fino al 2021 con Icardi per
7 milioni rispetto ai 10 pretesi da Wanda, in questo clima sputtanante ha pensato bene non di punire lei, ma di togliere, in favore di Handanovic, la fascia di capitano al Maurito che non è andato a giocare a Vienna in Europa League. D’improvviso mezze frasi, commenti talent, dichiarazioni d’amore, sibilline manifestazioni, canottiere nerazzurre floridamente esibite per pubblicizzare cosmetici, mancate volontà dal virtuale sono passate al mondo materiale e un club storico ha perso il bomber e ha visto lo spogliatoio a fuoco sotto gli occhi dell’allenatore che ebbe il coraggio di non far giocare Totti a Roma.
I tifosi si sono messi a dare la caccia all’auto della bella Wanda che alla fine della telenovela Anche i ricchi piangono si è sciolta in lacrime ripercorrendo i tanti messaggi sui social, firmati a sproposito Icardi, di presunti contatti con altre squadre e presunti contrasti con i compagni conditi da considerazioni tecniche. L’ex First Lady della Serie A, terrore del calciomercato, ha dato una musata, minacciata dalla Uefa di corsi obbligatori e patentino per evitare i procuratori parenti fatti in casa.
Dopo mesi della Wanda, forse Collovati ha ragione.
E’ un dramma ascoltare le tecnicità di Wanda che forse in patria surclassa Belen. A ben vedere Wanda si è potuta esibire così per un contesto dove il suo modello era già praticato, in modo più delicato, sottorighe, meno spettacolarizzato, meno webbizzato ma comunque in uno show cui non interessa il contenuto di cui si parla ma solo l’esibizione di fortune di madre irreprensibili – sexymodelle che già sono esempio pessimo per tutte le adolescenti in ascolto. Si può asciugare il racconto del calcio dal dato psicologico sociale intimistico per concentrarsi sul dato atletico anche se per le donne diventasse noioso, dato che in fondo i calci sono sempre gli stessi e le classifiche si assomigliano un po’ tutte. Non per questo caleranno i tweet ed i commenti in Tv.
Come per l’integrazione, il calcio è d’interesse unisex, non se si femminilizza, ma se le donne lo prendono per quel che è senza volerne fare un gineceo e senza volerne parlare a sproposito.
L’autore è il direttore de Il Format.
Studi tra Bologna, Firenze e Mosca. Già attore negli ’80, giornalista dal 1990, blogger dal 2005. Consulente UE dal 1997. Sindacalista della comunicazione, già membro della commissione sociale Ces e del tavolo Cultura Digitale dell’Agid. Creatore della newsletter Contratt@innovazione dal 2010. Direttore di varie testate cartacee e on line politiche e sindacali. Ha scritto Former Russians (in russo), Letture Nansen di San Pietroburgo 2008, Dal telelavoro al Lavoro mobile, Uil 2011, Digital RenzAkt, Leolibri 2016, Renzaurazione 2018, Smartati, Goware 2020,Covid e angoscia, Solfanelli 2021.