“A distanza di due anni dal varo del Decreto Minniti, che ha introdotto l’applicazione del cosiddetto “Daspo urbano”, a Milano ancora tutto tace. Ho partecipato, e firmato, nei giorni scorsi al Portello alla raccolta firme da parte del gruppo di Comitati spontanei dei cittadini zona 8 e del comitato Milano Sicura per chiedere l’immediata attuazione del Daspo urbano”. Lo dichiara Riccardo De Corato, assessore a Sicurezza, Immigrazione e Polizia Locale di Regione Lombardia. “Oggi, a distanza di due anni, torno a ribadire la necessità di applicare questo provvedimento anche a Milano, considerata ormai Capitale del Crimine con 10.908 delitti ogni 100 mila abitanti. Le mie parole trovano conforto anche in quelle di Daniele Vincini, segretario Diccap/Sulpm (Dipartimento Autonomie Locali e Polizie Locali) Milano Città, che sottolinea a sua volta questa necessità”. “Se da un lato questo provvedimento, da legge, era già immediatamente applicabile all’interno delle infrastrutture del trasporto pubblico – prosegue De Corato -, dall’altro, sempre da legge, spettava al Comune di Milano l’individuazione, all’interno del Regolamento di polizia urbana, delle ulteriori aree cittadine dove disporre l’applicabilità di tale provvedimento. Tuttavia, da questo punto di vista, nulla, fino ad ora, è stato fatto.
Mentre, quindi, all’interno delle infrastrutture del trasporto pubblico il Daspo si può applicare a chi ponga in essere condotte che impediscano l’accessibilità e la fruizione di tali infrastrutture, nei confronti dei venditori abusivi, di persone in stato di ubriachezza manifesta o che compiano atti contrari alla pubblica decenza e di parcheggiatori abusivi, nel resto della città non è così.
Questa omissione da parte del Comune porta a chiedersi se si tratti di “semplice” ritardo oppure di una scelta. Il 27 aprile scorso in Prefettura durante la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, il Comune di Milano aveva annunciato che a breve sarebbe stato fatto un nuovo regolamento. Il 5 maggio 2018, il sindaco Sala ha definito i Daspo “inutili e politicizzati”.
Il Comune, anziché continuare a chiacchiere e con regolamenti pro immigrati o pro unioni omosessuali, farebbe bene a pensare alla sicurezza dei propri cittadini, smettendo di rimandare sull’argomento Daspo. Ci chiediamo ancora una volta cosa stia aspettando Sala per modificare il regolamento di polizia urbana. Questo strumento, come nel caso del Comune di Sesto San Giovanni, può consentire di ripulire la città dalla microcriminalità.
Dal luglio 2017 nel comune alle porte di Milano è vietato, in applicazione del Daspo urbano esteso anche a queste aree, consumare alcol, espletare bisogni fisiologici a cielo aperto, intralciare il libero transito e molestare i cittadini, in particolare donne e anziani, bivaccare negli spazi pubblici, nei giardini, all’esterno di esercizi pubblici e commerciali ed in tutti i luoghi frequentati dai cittadini, praticare commercio illegale e abusivo, mendicare e porre in essere qualsiasi forma di accattonaggio. Qui, dal 2017 ad oggi, in contrasto alla microcriminalità e al degrado sono stati effettuati quasi 400 Daspo e/o allontanamenti. Dimostrazione che questo strumento, se utilizzato correttamente, è tutt’altro che inutile”.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845