Tutto facile ieri sera a San Siro con i modesti austriaci del Rapid Vienna. Una vittoria convincente per 4-0 e pratica qualificazione chiusa già dopo una ventina di minuti. L’Inter ritrova gol e gioco sotto gli occhi dell’esiliato Icardi, autoesclusosi a seguito della nota e misteriosa vicenda del non-infortunio. Spalletti rilancia Ranocchia (con la fascia di capitano al braccio) al fianco di Skriniar e Candreva sulla corsia di destra, ma per il laterale nerazzurro non sarà una serata memorabile. Gli austriaci, arrivati a San Siro con cinquemila sostenitori al seguito, vanno subito sotto all’undicesimo, quando Vecino spinge in rete una palla clamorosamente ciccata da Candreva a colpo sicuro. Al ventesimo Ranocchia raddoppia con un bel tiro al volo dalla distanza, e l’esultanza genuina del difensore è accolta con un’ovazione dal pubblico, un giusto premio a un calciatore che – al netto dei suoi limiti – ha sempre dimostrato di dare tutto per la squadra e di essere un collante per uno spogliatoio che spesso assomiglia più a una polveriera. La primo tempo fila via liscio, nessun pericolo per Handanovic e l’Inter che gestisce la gara dosando le forze in prospettiva della difficile trasferta di domenica a Firenze.
Il secondo tempo è virtualmente un allenamento, con Perisic che straripa sulla corsia di sinistra e in aggiunta sigla la terza rete con un delizioso cucchiaio sull’uscita del portiere austriaco. Lautaro cerca il gol ma non è serata, Politano entra al posto dell’argentino e chiude la serata in bellezza, siglando la quarta rete da centro area su cross di Candreva. Al netto del disavanzo tecnico fin troppo evidente con gli austriaci, resta una buona prova di squadra che frutta la quarta vittoria consecutiva dell’Inter. Non c’è di che esaltarsi, ma è un segnale positivo che alimenta la fiducia per il proseguo della stagione. Doveroso infine segnalare gli svariati messaggi di apertura –diretti e indiretti – indirizzati a Icardi dai compagni e dalla società. Un passo indietro sarebbe auspicabile, ma la sensazione è che l’orgoglio la farà da padrone, purtroppo. Domenica a Firenze, il coefficiente di difficoltà sarà ben diverso.
Avanti Inter
Diego Stroppa
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