Palazzo Moriggia|Museo del Risorgimento, Via Borgonuovo 23 – Fino al 24 Marzo
La finalità della Mostra Documentaria “1919-1926: il fascismo da movimento a regime” è offrire, anche sulla base della documentazione esposta, una selezione temporale degli eventi più significativi che accompagnarono il nascere e l’affermarsi del fascismo e consentire una riflessione sulle origini e sulle cause di un fenomeno che ha inciso profondamente nella storia e nella vita del nostro paese e che, un secolo dopo, è tutt’ora oggetto di indagini storiche e di confronto politico.
La Mostra Documentaria è suddivisa in quattro sezioni:
- Benito Mussolini: Il socialista rivoluzionario. L’interventista. Il Popolo d’Italia
- I Fasci di combattimento, le elezioni del 1919, lo squadrismo, il biennio rosso,Fiume
- La nascita del Partito Nazionale Fascista, la marcia su Roma, l’ascesa al potere
- Le elezioni del 1924, l’omicidio Matteotti, il biennio 1925-1926, la nascita del regime
SCHEDA DELLA MOSTRA
Fondazione Anna Kuliscioff
- Benito Mussolini: il socialista rivoluzionario, l’interventista, Il Popolo d’Italia
A partire dal gennaio 1910 è il segretario della Federazione socialista forlivese e dirige il periodico ufficiale L’idea socialista, settimanale di quattro pagine (ribattezzato da Mussolini stesso Lotta di classe).
L’8 luglio 1912, al XIII congresso del PSI di Reggio Emilia, fa votare l’espulsione (definita da lui lista di proscrizione) dei socialisti favorevoli alla guerra di Libia, tra i quali Leonida Bissolati. Entra nella direzione nazionale del partito. Nel novembre del 1912 diventa esponente di spicco dell’ala massimalista del PSI e direttore dell’Avanti!. L’anno dopo fonda una propria rivista, Utopia.
Allo scoppio della prima guerra mondiale interpreta la linea non interventista dell’Internazionale Socialista ma il 18 ottobre 1914, muta esplicitamente l’originaria posizione e pubblica sulla terza pagina dell’Avanti!, un lungo articolo intitolato «Dalla neutralità assoluta alla neutralità attiva ed operante».
La nuova linea non venne accettata dal partito e nel giro di due giorni Mussolini rassegna le dimissioni
Grazie all’aiuto finanziario di alcuni gruppi industriali, Mussolini riuscì rapidamente a fondare un suo giornale:
Il Popolo d’Italia quotidiano socialista, il cui primo numero uscì il 15 novembre 1914.
- I Fasci di combattimento, le elezioni del 1919, lo squadrismo, il biennio rosso. Fiume
Nel marzo 1919 un piccolo gruppo di reduci e intellettuali interventisti, nazionalisti, anarchici e sindacalisti rivoluzionari diede vita ai Fasci di Combattimento, che con il “Programma di San Sepolcro“ si configurava come rivoluzionario, socialista e nazionalista a un tempo. Venti giorni dopo la fondazione dei fasci di combattimento le neonate squadre d’azione si scontrarono con i socialisti e condussero l’assalto all’Avanti! devastandone la sede. Il Manifesto dei Fasci italiani di combattimento, fu ufficialmente pubblicato su Il Popolo d’Italia tre mesi dopo, il 6 giugno 1919.
Nel settembre del 1919 Marcia dei Ronchi e occupazione di Fiume da parte di Gabriele D’Annunzio.
Alle elezioni politiche del 16 novembre 1919 i Fasci, nel collegio di Milano, capolista Mussolini, non ebbero alcun eletto.
Il biennio rosso in Italia indica il periodo compreso fra il 1919 e il 1920, influenzato dal mito della rivoluzione russa e della dittatura del proletariato, ed è contrassegnato da una serie di intense lotte operaie e contadine che ebbero il loro culmine e la loro conclusione con l’occupazione delle fabbriche del settembre 1920. L’espressione “biennio rosso” entrò nell’uso comune, già nei primi anni venti, con un’accezione negativa per sottolineare come la propaganda rivoluzionaria avesse alimentato grandi preoccupazioni fra i ceti medi, oltre che fra le classi possidenti che finanziarono il movimento fascista in chiave antisocialista.
- La nascita del Partito Nazionale Fascista, la marcia su Roma, l’ascesa al potere
Nel novembre 1921 al terzo congresso di Roma, fu deciso lo scioglimento del movimento, e fu costituito il Partito Nazionale Fascista. Dopo il congresso di Napoli, Mussolini decise di agire: un contingente di 50.000 squadristi venne radunato nell’alto Lazio e spinto dai quadrumviri contro la Capitale. Era il 28 ottobre 1922. Lo stesso giorno, a compimento della Marcia su Roma, il re incaricò Benito Mussolini di formare il nuovo governo dopo le dimissioni di Luigi Facta che aveva richiesto invano al sovrano di decretare lo stato d’assedio. A soli 39 anni Mussolini diveniva presidente del consiglio, il più giovane nella storia dell’Italia unita.
- Le elezioni del 1924, l’omicidio Matteotti, il biennio 1925-1926, la nascita del regime
In vista delle elezioni del 6 aprile 1924 Mussolini fece approvare una nuova legge elettorale (legge Acerbo) che avrebbe dato i due terzi dei seggi alla lista che avesse ottenuto la maggioranza con almeno il 25% dei voti. La campagna elettorale si tenne in un clima di tensione senza precedenti con intimidazioni e pestaggi. Il “Listone” guidato da Mussolini ottenne i due terzi dei voti. Le elezioni politiche italiane del 1924 furono la prima e ultima legittimazione costituzionale del fascismo.
Il 30 maggio 1924 il deputato socialista Giacomo Matteotti denuncia violenze, sopraffazioni e brogli elettorali, contestando i risultati delle elezioni. Il 10 giugno 1924 Matteotti viene rapito e ucciso.
Con il discorso del 3 gennaio 1925, alla Camera, Mussolini si assume ogni responsabilità per i fatti avvenuti.
Il 24 dicembre 1925 una legge cambia le caratteristiche dello stato liberale: Benito Mussolini cessa di essere presidente del Consiglio e diventa primo ministro segretario di Stato, nominato dal re e responsabile di fronte a lui e non più al Parlamento. Nel biennio 1925–1926 vennero emanati una serie di provvedimenti liberticidi: sciolti tutti i partiti e le associazioni sindacali non fasciste, soppressa ogni libertà di stampa, di riunione o di parola, ripristinata la pena di morte, istituito il confino e il Tribunale speciale.
Ogni sezione della mostra è corredata dall’esposizione della stampa di regime e di opposizione, e dalla satira del periodo con particolare riferimento a Giuseppe Scalarini che del fascismo fu uno degli avversari più temuti e, per questa ragione, tra i più perseguitati.
La Mostra è dotata di una Guida gratuita, a disposizione dei visitatori e delle scolaresche e che sarà scaricabile dal sito www.fondazioneannakuliscioff.it, sezione Patrimonio|Pubblicazioni.
martedì – domenica, 9.00 -13.00 / 14.00 -17.30
lunedì chiuso
Ingresso gratuito
T. +39 02 884 64177 – 64173 | c.museorisorgimento@comune.milano.it – www.civicheraccoltestoriche.mi.it
T. +39 02 2365189 | info@fondazioneannakuliscioff.it | www.fondazionekuliscioff.it
Area Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e
Musei Storici | Musei Storici
Palazzo Moriggia | Museo del Risorgimento
via Borgonuovo 23 – 20121 Milano
www.civicheraccoltestoriche.mi.it
c.museorisorgimento@comune.milano.it
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845