Milano, via Rembrandt 12: una biblioteca condominiale raccolta che ispira lettura e silenzio e che oggi ospita la presentazione di un “viaggio” che raccoglie incontri, atmosfere, emozioni in un volume, per restituire al lettore i valori di sempre che hanno fatto grande questa città. La vecchia Milano traspare nella sua suggestiva bellezza ed è la voce narrante che accompagna i protagonisti, giganti nella loro semplicità e nella loro verità. E la loro innata capacità di creare un mondo di lavoro produttivo per risolvere la vita, ma anche attenzione e vicinanza per i meno fortunati. “Milano si racconta” è un volume da amare, perché i suoi personaggi già pubblicati nel tempo sul quotidiano on line Milano Post, sono da amare come li ho amati io che racconto. Ma avevo il dubbio che le sovrastrutture che inevitabilmente l’evoluzione dei tempi regala, rendesse inopportuna la mia presenza.
Ma oggi devo dire un grazie che non conosce limiti per l’umanità satura di sensibilità e di calore dei soci presenti: è stato uno scambio e condivisione di esperienze, di affinità, di comprensione. No, non voglio celebrare la presentazione del mio ultimo libro “Milano si racconta…ieri e oggi”, ma vorrei cantare un’idea, realizzata in una portineria, fondata e gestita dal geniale Roberto, per evidenziare ancora una volta, l’esigenza di fare cultura, anche in periferia. La biblioteca condominiale nasce con la spinta di attuare un’iniziativa, in modo autonomo, con il concorso dei tanti che hanno quella sete culturale da soddisfare vicino a casa. Oggi la biblioteca ha 6000 volumi, un calendario fitto di appuntamenti con gli autori che presentano la loro opera. Trionfa un sentimento di partecipazione e di aggregazione.
Abbiamo raccontato e ci siamo raccontati con la spontaneità della fiducia, dell’identità di sentire. E tutti gli incontri che descrivo nel mio libro erano uno spaccato di vita vissuta magari con sfumature diverse, ma con la stessa volontà. Ed è questa sensazione che volevo ritrovare. La Milano della rinascita, dopo la guerra, presenta le facce di un quotidiano di lavoro, di fatica, di generosità. Con un unico denominatore: la speranza.
E davvero grazie a Francesca Luperto promotrice della serata, interprete sensibile del mio “viaggio” umano, attenta mediatrice delle mie parole.
Nene Ferrandi
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Credo che chiunque abbia letto il libro abbia sentito, come ho sentito io, un flusso di umanità. Quella stesso senso di umanità che, quando ero giovane, a Milano era “normalità vissuta”. Nene ce l’ha rievocata molto bene nelle sue pagine, con la semplicità che era propria della vita milanese. Personalmente, ne ho sentito il rimpianto. Rimpianto di qualcosa che nella sua consuetudine, quella lettura me ne ha fatto comprendere ancora una volta l’eccellenza. Brava Nene. Come sempre.
Sono racconti che ben identificano la Milano di quand’ero giovane. Una Milano nella quale il senso di umanità era sentito e vissuto come normalità, come incoscia modalità di vita. E Nene la fa rivivere bene nelle sue pagine, nella semplicità che era propria di quel modo di vivere e di proporsi dei milanesi. Ho avvertito, nella lettura, in più pagine, una sensazione nostalgica di rimpianto, che oggi assume, nel ricordo, un valore di eccellenza. Brava Nene. Come sempre.
Grazie per l’articolo e grazie per essere venuta a presentare il tuo libro nella Biblioteca di condominio “Biblioteca Rembrandt 12”.Biblioteca piccola ma sincera.