Sembrerà strano ma anche le razze canine hanno le loro stagioni e vanno fuori moda come quell’abito di qualche anno fa rimasto nell’armadio, ma, a differenza dei capi d’abbigliamento, non si possono gettare nel cassonetto del riciclo. Sono essere viventi dotati di sentimenti, ma prosperano o languono a seconda della richiesta del mercato.
Il Kennel Club lancia l’allarme ad esempio per lo Scottish Terrier, che da cane ambito è finito nella lista delle razze «sotto osservazione» che rischiano di entrare nella lista delle 29 definite «vulnerabili». Con questa altre razze famose come il Collie (ricordate Lassie?) o il setter irlandese rosso-bianco e gli Spaniel.
L’argomento è trattato con competenza da Anna Muzio per Il Giornale “Prendiamo il nostro Scottie: negli anni ’30 del secolo scorso era una celebrità assoluta, tutti lo volevano per emulare i Vip dell’epoca: Rudyard Kipling ne scrisse un poema, le eterne rivali Betty Davis e Joan Crawford ne possedevano più d’uno, Dorothy Parker passeggiava con Daisy e Shirley Tempie si faceva spesso fotografare insieme al suo Corky.
Noti per il carattere deciso e indipendente, gli Scottie sono stati compagni a quattro zampe dei grandi dell’ epoca, dalla Regina Vittoria a una pletora di presidenti americani tra cui Dwight Eisenhower, Ronald Reagan e George W Bush. Oggi non se li fila più nessuno. Siamo nell’epoca di Instagram e dei cani che risultano buffi o simpatici in fotografia, come l’adorabile, socievole e affettuoso Spoodle (incrocio tra un Cocker Spaniel americano o inglese e un barboncino) o il dolce e sensibile labradoodle (incrocio di un Labrador Retriever e un barbone, va per la maggiore in Australia) . Secondo il Kennel Club britannico -il più antico del mondo fondato nel 1873 -che ha lanciato una campagna per salvare le razze canine «dimenticate » oggi le sei razze più popolari nel Regno Unito (Labrador, bulldog francese , Cocker Spaniel, carlino, Springer Spaniel inglese e bulldog) assommano più registrazioni delle altre 214. Spesso la scelta del cane da adottare come amico, che dovrebbe essere fatta valutando attentamente caratteristiche proprie e dell’animale, viene influenzata da film, trasmissioni tv, pubblicità o riviste di moda. Pensiamo al boom di un cane come il dalmata dopo l’uscita de La carica dei 101. Ma anche la moda ci ha messo del suo decretando negli anni il successo di questa e quella razza. Il cugino dello Scottie, il Boston Terrier nei primi del Novecento dilagò nella pubblicità e tra i Vip.
Gli anni 40 e i 50 sono il momento degli Spaniel con il film Lilli e il vagabondo. Negli anni ’70 il cane di moda diventa il barboncino, simbolo di classe e stile. Nei ’90 sale tra i favoriti il Golden Retrìever, perfetto cane di famiglia giocherellone e assai fedele, ma si afferma anche il deplorevole «cane-accessorio» con socialite come Paris Hilton e attrici che «indossano» il loro cagnolino (rigorosamente di taglia piccola, per ovvie ragioni) sulle braccia o lo relegano in piccole borse o trasportini fashion, trattandolo come un costoso peluche. Oggi i cani più «in» sono le razze a faccia piatta, carlini e bulldog francesi. Molto fotogenici ma problematici: la conformazione del muso tende a causare problemi respiratori e i bulldog francesi devono ricorrere spesso al taglio cesareo a causa della grande testa. Certo, i cani per alcuni sono come accessori da rimpiazzare quando vanno fuori moda, ma non è solo questo. Siamo di fronte al classico serpente che si morde la coda: perché una razza che non si incontra al parco o non sui giornali o negli immancabili canali Instagram viene semplicemente dimenticata e nessuno pensa di cercarla o richiederla. Accompagnandola verso l’oblio e la possibile estinzione.”
Geometra per lavoro.
Fotografo per passione.
Rubrica “Zampe di Velluto” per amore.