Archiviato l’Oscar senza Harvey Weinstein, il presunto
stupratore del cinema, il prossimo probabilmente parlerà solo di lui. Sono già uscitiSegreti dei mostri Intoccabili (The Reckoning: Hollywood’s Worst Kept Secret di Barry Avrich e Untouchable di Ursula Macfarlane). La Embankment Films ha già venduto a Cannes il documentario Weinstein alias tutto il potere dello stupratore. James Schamus della Brokeback Mountain sta preparando un film con un boss violentatore che veste sempre Prada. Colmo dell’ironia, per queste giornate off record lavorerà nel film anche la moglie del condannato ante processo Georgina Chapman. Brian De Palma degli stupri farà un film horror. La casa di produzione Plan B di Brad Pitt ha raccolto tutto il materiale del Premio Pulitzer dei giornalisti investigativi Jodi Kantor e Megan Twohey del New York Times relativo alla condotta sessuale dell’Harvey.
Durerà molto, al di là della cronaca, la Pulp sex fiction
Mentre tanti si complimentano e si scambiano
statuette, accusandosi dietro le spalle di orribili inclinazioni sessuali, le 80 donne del me-too, e del fronte di denuncia unita e continua di 800mila, si sono ridotte prima a cinque, poi a tre sotto il normale bombardamento delle verifiche logiche, consequenziali, opportune e misurate relative ai presunti abusi sessuali. Un’accusa di molestie poi a Los Angeles è venuta meno, affondata in quanto inammissibile, rimpicciolita a diffamazione e interferenza illecita a favore della delusa attrice Ashley Judd. Un’altra è saltata, perché i messaggi privati della donna che scagionavano Weinstein sono stati cancellati su consiglio o colpa della polizia medesima, nella persona del detective Di Gaudio.
Le ammissioni di Lucia Evans, alla fine hanno prodotto il
ritiro delle accuse. Come il tremendo video di Sky news che doveva inchiodare lo stupro di Melissa Thompson e si è afflosciato attardandosi invece a lungo su sguardi interessati e saltuarie carezze ai fianchi per reiterare saltuari sguardi e interessate carezze. Tra paradossali corone di sms d’amore delle accusatrici, sbucate a ridicolizzare gli stupri, ridotti ad avances, che pure sembrano essere colpa grave. E’ rimasta solo la denuncia anonima di una signora o signorina senza volto e senza nome che fa riferimento ad un’epoca lontana in cui l’Harvey praticamente cominciava la carriera.
Il frastuono prodottosi non poteva mancare di partorire il
processo, o meglio il tormentone giudiziario che è appena cominciato con il suo corollario di braccialetti elettronici e di memorie storiche pluridecennali cui anche in Italia siamo abituati. Harvey ha fatto appena in tempo a vendere gli uffici al terzo piano di Tribeca , New York a $ 6 milioni, 40% di sconto. Dalla sua steak housel Tribeca Grill, al primo piano Robert De Niro ha guardato la Weinmobilia buttata via, incluso il casting coachdivanone di pelle marrone dove il grassone ebreo teneva i suoi casting privati per regalare o meno il posto da protagoniste che poi vincevano un Oscar. Per proprietà transitiva uno scopatore Oscar, o l’Oscar scopatore, come si è definito o è stato definito.
Lena Hadley resa famosa dal serial Trono di spade
dove interpreta la conturbante Cersei non ha mai toccato quel divanone ed ha accusato l’Harvey di occasioni mancate. Come dire, non mi guardasti, non ti innamorasti, non mi sposasti, e morendo non mi lasciasti la pensione di reversibilità . Non ci vorrebbe un risarcimento? Lo stato risarcimentale va molto anche negli Usa ed anche tra danarosi vip. La casa di produzione Weinstein è stata venduta con annessi $ 225 milioni di debiti, segno che deve pur valere un qualcosa che ha vinto negli anni decine e decine di Oscar. L’ha comprata per $ 275 milioni sull’unghia per una valorizzazione da $ mezzo miliardo la catena dei supermercati di Ron Burkle con gli investitori di Maria Contreras-Sweet. E c’è già la fila degli attori che devono o che avrebbero dovuto riscuotere crediti.
Blanchett eloquentemente e silenziosamente ha elencato
la gravità dei comportamenti, degli imbarazzi, delle inopportunità, dei silenzi e degli inviti impliciti da una posa del corpo violenta ed arrogante, un grumo complesso evidentemente mostruoso. L’origine di tutte le denunce fu l’italiana Argento, in genere poco imbarazzata, molto inopportuna, affatto silenziosa, sempre violenta ed arrogante che fu così stravolta dallo stupratore tanto da fidanzarcisi per più di un lustro. Per tenersi care le mostruose avances, Catherine Deneuve e 100 scrittrici, artiste e accademiche appoggiate da Keira Knightley pubblicarono su Le Monde il manifesto antipuritane contrario alla caccia agli stregoni mentre proprio oltralpe si sta però alzando il nuovo tsunami antistupratori e antiavances nel mondo dell’editoria.
Cinzia Dell’Imperio psicologa e editorialista, pubblica un
excursus sul rapporto sesso e potere. Limitandoci al mondo etero, senza entrare nelle altre complessità di genere, viene evidenziata la forza attrattiva del potere, come caratteristica di sex appeal a cui sopratutto le donne sono sensibili. Viceversa il potere che ammalia e abbandona, che si sottrae alle sue potenzialità di protezione diventa oggetto d’odio come è stato d’amore. Di una cosa bisogna tenere conto. L’epoca che viviamo ha svalutato al massimo il valore del rapporto sessuale e lo ha fatto per liberare la donna dall’antico impegno sacrale della verginità, della fedeltà, della procreazione, delle cure materne. La svalutazione è ben indicata materialmente anche dall’economia. Nella lunga filiera del sesso e degli affetti, e dei mercati connessi, l’elemento primitivo della prostituzione presenta quantità sempre più grandi a costi sempre più bassi, trend che su ripete anche negli altri settori.
Si sono rivendicati i diritti anche con strumenti di sostegno
sociale, al proprio tempo che è legittimamente anche scappatella, anche incontro amoroso di una volta, utile all’equilibrio personale e quindi magari della coppia. La pubblicità anche in orari protetti propone oggetti per il piacere femminile, che viene implicitamente suggerito valido per ogni ora ad ogni età. Questa svalutazione non poteva che diventare elemento della vita anche dell’altro sesso. A scelta facile, proposta facile, un modo d’essere nuovo innestato negli antichi scambi di affinità evocati dalla Dell’Imperio.
Ecco perché Weinstein è evidentemente innocente anche
quando dice che proponeva sesso per mantenere buoni rapporti. Una produzione che coinvolge migliaia di persone e milioni di dollari non si sarebbe fernata di fronte alle ripicche di un Harvey che era comunque di larghe vedute, Gli piacevano un pò tutte, anche le brune (tinte bionde). Proprio come anche alle donne oggi piacciono se non tutti proprio molti. Difficile che gli uomini, sottoscacco dall’ideologia feminine, chiedano oggi il ritorno della donna timorata o pretendano disponibilità facili oltre quanto non siano già. A Los Aangeles c’è una statua satirica dell’Harvey in accappatoio sul casting coach ma l’insieme più ch innorridire fa la simpatia che in passato si privava per il Bacco gaudente sdraiato in terra. Ed all’Oscar c’era qualcuno con la maglietta Weinstein è innocente.
(L’autore è direttore de Ilformat.info )
Studi tra Bologna, Firenze e Mosca. Già attore negli ’80, giornalista dal 1990, blogger dal 2005. Consulente UE dal 1997. Sindacalista della comunicazione, già membro della commissione sociale Ces e del tavolo Cultura Digitale dell’Agid. Creatore della newsletter Contratt@innovazione dal 2010. Direttore di varie testate cartacee e on line politiche e sindacali. Ha scritto Former Russians (in russo), Letture Nansen di San Pietroburgo 2008, Dal telelavoro al Lavoro mobile, Uil 2011, Digital RenzAkt, Leolibri 2016, Renzaurazione 2018, Smartati, Goware 2020,Covid e angoscia, Solfanelli 2021.