Ci sono studi legali ormai specializzati nel risarcimento danni da infortunistica stradale, anche dovuta a buche del selciato. 7 milioni di euro, nel 2017; 13 nel 2018 mentre premono all’uscio altre 4.500 richieste. E’ il capitolo risarcitorio del Comune di Roma a fronte cerchioni saltati paraurti ammaccati, semiassi deformi, gomme squarciate. Ci sono anche i reclami per scarpe rotte o caviglie storte. Le associazioni organizzano processi collettivi risarcitori, 900 richieste alla volta. Il danno subito, si dice, è un diritto che spesso viene calpestato oppure non ottiene la piena soddisfazione che merita. Un danno oltre i 360 gradi. Il Comune di Roma avvezza a pagare ormai presenta in una apposita pagina web la sua proposta stragiudiziale. I cittadini che intendono risolvere la controversia in sede stragiudiziale ..presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Municipio in cui si è verificato l’incidente. L’U.R.P. fornirà …sulle procedure ..attraverso lo Sportello di Conciliazione di Roma Capitale e …’Ufficio Tecnico del Municipio stesso …URP alle Assicurazioni di Roma, Compagnia … contratto assicurativo per la Responsabilità Civile dell’Ente. Se perdi il lavoro non vieni più reintegrato.
Se ti storci un piede probabilmente ti pagano lo stipendio di un anno. A fronte di cinquemila che ce l’hanno fatta, i milioni di cui sopra vengono pagati dagli altri cittadini romani. La logica del risarcimento si estende ormai a macchia d’olio. I neoborbonici chiedono il risarcimento per i cori razzisti. I risparmiatori di Carife e delle altre tre banche finite in risoluzione, che attendono il loro risarcimento, e questa è una cosa seria, rischiano di non ottenerli per difformità tra decreto attuativo e legge. Tutte le banche si assicurano intanto contro il rischio risarcimenti per ipervalutazione di diamanti; un po’ come hanno fatto dopo aver venduto future a go-go. Invece la Rai e Mediaset hanno sospeso la pubblicità pagante per lo spot sui risarcimenti per i casi di malasanità, protagonista la Bonaccorti che ha suscitato l’ira dei medici. L’Agcom in fondo è nata per ottenere risarcimenti dagli operatori telefonici. Ai terremotati ancora poco e nulla. Anche chi prova a evitare i controlli doganali e di accesso, se ostacolato, chiede il risarcimento per gli inconvenienti. I ladri che si fanno male durante il furto chiedono risarcimenti per cattiva progettazione architettonica e li ottengono. Poi ovviamente ci sono le truffe dei falsi avvocati e tecnici da risarcimento contro cui chiedere risarcimento. In genere le aziende chiedono i danni per sconfitte da competizione impugnando le gare o contestando la governance.
Anche Berlusconi alla fine è stato mezzo risarcito dell’assenza coatta dalla politica e mentre si appresta a fare forse la sua ultima campagna elettorale, attende un risarcimento dalle sentenze europee. In fondo poi in politica tutti chiederebbero un risarcimento per l’esistenza dell’avversario e questa è la logica Fiano. Trent’anni di misteri, mantenuti in vita con messaggi mediatici che li salvavano dall’estinzione sono in gran parte serviti alle connesse cause risarcitorie. Per Ustica MinDifesa e MinTrasporti sono stati condannati a pagare quasi 6 milioni ai 14 familiari ed eredi rimasti; lo Stato fa resistenza però citando i 1600 euro mensili che i familiari stanno percependo, indennità che dovrebbe essere defalcata secondo l’Avvocatura dalla cifra totale. Poi l’Amianto, i danni dell’Ilva degli anni ’80. L’elenco non finirebbe mai. C’è da sempre un istinto risarcitorio italiano, basti pensare al caso Bronte nel quale il Comune portò avanti una causa quasi per due secoli contro la famiglia Nelson.
E’ l’istinto di promettere di non riconoscere mai un risultato, non chiudendo mai una partita, così che anche il vincitore diventi alla fine uno sconfitto nella macerazione del tempo che passa. Guai a vincere le elezioni ed ottenere ottimi risultati, un giorno te ne chiederanno il risarcimento a carissimo prezzo, si veda il caso Formigoni. E’ un istinto cupo da vendetta che si mangia come piatto freddissimo, gelato. Certo, ci sono risarcimenti più che validi che poi sono quelli che non ottengono risposta.
Ce ne sono altri dipendenti da un quadro generale, da condizioni sociali e storiche di cui tutti sono responsabili e vittime. Questi casi bloccano la vita di tutti per la faida di qualcuno, fanno la ricchezza di qualche migliaio di persone a spese dei milioni di cittadini. Non è presente il quadro dei costi pagati dalle amministrazioni e dalla collettività per i risarcimenti, è solo certo che anch’essi fanno debito pubblico. La spinta risorgimentale è divenuta così la china risarcimentale.
(L’autore è il direttore de Il Format.info)
Studi tra Bologna, Firenze e Mosca. Già attore negli ’80, giornalista dal 1990, blogger dal 2005. Consulente UE dal 1997. Sindacalista della comunicazione, già membro della commissione sociale Ces e del tavolo Cultura Digitale dell’Agid. Creatore della newsletter Contratt@innovazione dal 2010. Direttore di varie testate cartacee e on line politiche e sindacali. Ha scritto Former Russians (in russo), Letture Nansen di San Pietroburgo 2008, Dal telelavoro al Lavoro mobile, Uil 2011, Digital RenzAkt, Leolibri 2016, Renzaurazione 2018, Smartati, Goware 2020,Covid e angoscia, Solfanelli 2021.