Secondo indiscrezioni giornalistiche la capra ed i cavoli verranno salvati grazie ad un restylinig della Tav. siccome siete gente sveglia, sono certo avrete colto in quale direzione: si va in piccolo. Finora tutti parlano di questo progetto, ma omettendo un piccolissimo dettaglio: cosa perderemo?
Riporta Repubblica:
Per fare la mini Tav, ad essere precisi, non serve il via libera francese. Se il tunnel di base resta parte integrante del progetto, quel che accade nella tratta italiana non è di competenza di Parigi. Politicamente serve però un accordo. Ed è quello che il presidente del Consiglio intende portare a Di Maio, per permettergli di uscire dall’angolo.
Quindi, ricapitolando: la montagna si buca lo stesso. Noi possiamo tagliare arbitrariamente il nostro percorso. Perché? È ora che le domande vadano fatte e fatte integralmente: perché? Perché tagliare fuori da una linea di collegamento, che so, Novara? Perché così Toninelli acquisisce un senso nel cosmo? Così Di maio non dovrà tornare a vendere lecca lecca allo stadio? Per avere l’onore ed il privilegio di goderci le repliche di Grillo alla nausea?
A che serve un governo che per non risolvere i problemi o rispondere alle proprie promesse elettorali distrugge un’opera pubblica? Seriamente: se aveva ragione la base grillina, e l’opera non serve, allora è comunque uno spreco di denaro. Il punto non si muove a spostare mezzo miliardo di qua o di là. Se invece aveva torto, stiamo mutilando una rete distributiva di beni e servizi letteralmente per nulla. Nulla se non l’ego malato di una classe dirigente incapace, la peggiore forse dall’inizio della storia di questo tormentato paese.
Ma la cosa che fa più arrabbiare è che, alla fine, i militanti gioiranno. Sarà una grande, colossale, spettacolare vittoria. Tutti felici ne informeranno il mondo. E nelle urne delle europee rivoteranno convinti di aver fermato la Tav. Quando Popper parlava del dovere di non tollerare gli intolleranti, si riferiva esattamente a questo: chiunque rifiuti il dialogo aprioristicamente e voglia cambiare la realtà con atti di forza, non va tollerato. Non sarei così drastico, ma dobbiamo smetterla con questo pietismo da operetta: i cinque stelle vanno combattuti senza tregua e senza quartiere. Per il bene della Patria.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,