SayedFayekShebl Ahmed, 53nne ex mujaheddin egiziano ed ex combattente in Bosnia, è stato condannato a 4 anni e 2 mesi di carcere. L’uomo, residente nel Comasco e ora detenuto a Nuoro, è stato accusato di terrorismo internazionale per aver convinto nel 2014 il figlio 23enne Saged a partire per la Siria e combattere tra le file di un gruppo denominato HarakatNour al-Din al-Zenki legato ad Al Nusra. La sentenza è stata emessa in abbreviato dal gup di Milano Stefania Pepe, a seguito dell’ inchiesta del pm Enrico Pavone e della Digos. Espulsa con provvedimento del ministero dell’Interno la moglie, una 45enne marocchina, per motivi di sicurezza.
Per l’accusa, l’egiziano residente da tempo a Fenegrò, nel Comasco, una vita quasi irreprensibile, aveva forgiato quel figlio, Saged, 23 anni, a sua immagine e somiglianza, inducendolo ad arruolarsi in una brigata jihadisti. L’uomo ha non solo organizzato ma anche finanziato il viaggio del figlio, che ora è irreperibile, inviandogli 200 euro al mese, mentre denigrava il figlio minore “chiamandolo ‘cane’ perché frequentava ragazze occidentali e aveva sposato un’italiana”. Una terza figlia, di 21 anni, sarebbe stata costretta a crescere nell’osservazione delle leggi islamiche, ma non risulterebbe coinvolta nei fatti ascritti al fratello e al padre.
Come richiesto dal pm, il giudice ha concesso le attenuanti generiche perché Sayed avrebbe fornito agli investigatori italiani, tramite il figlio Saged, informazioni sul rapimento di Fabrizio Pozzobon, idraulico di Castelfranco Veneto ed ex consigliere comunale leghista che, partito per la Siria con per arruolarsi, sarebbe poi stato rapito.
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