A quando una riforma della Giustizia che riporti equità ed equilibrio? Sentenze choc, dove il buon senso comune cozza contro decisioni a dir poco discutibili, dove la magistratura sembra muoversi in modo anarchico e a volte incomprensibile. Ma succede in questo Paese dove il cittadino comune deve stare a guardare o rassegnarsi con poche probabilità di far sentire la sua voce. Il blog di Andrea Indinni elenca alcuni casi clamorosi “Come è possibile, per esempio, che un pusher tunisino, beccato con chili di hashish, marijuana, coca ed ecstasy, sia stato subito liberato dopo aver dichiarato che spacciava “per necessità” avendo “perso il lavoro” e non sapendo come sbarcare il lunario? O come è possibile che la Corte di Appello di Ancona non abbia riconosciuto lo stupro di una ragazza perché questa “sembra un maschio”? O come è possibile che ad un assassino sia stata scontata la pena perché, a detta del magistrato, avrebbe “agito come reazione al comportamento” della vittima?” Ma gli episodi non finiscono mai. Si ripetono con la convinzione spesso da parte dei migranti di un’impunità verificata troppe volte. “È nei gangli della burocrazia e nei faldoni dei codici che malviventi, delinquenti e balordi trovano un appiglio per farla franca. Proprio come quegli immigrati che avevano richiesto l’asilo in Italia per i motivi più disparati e che nel frattempo facevano parte di un “pericoloso gruppo criminale” che spacciava eroina e cocaina ai ragazzini nei parchi di Pordenone”, osserva Indini. Le Forze dell’Ordine che puntualmente e con dedizione svolgono il loro impegno sono demotivate “Mi chiedo che ci stiamo a fare in mezzo alla strada, a correre, al freddo, ad ammazzarci, a rischiare la pelle…”, si era sfogato un poliziotto parlando col Giornale. Non basta segnalare che ladri, assassini e criminali in genere devono scontare una pena esemplare, occorrono regole chiare, non interpretazioni personali.