“Hanno smesso di fare affari coi migranti e quindi piangono, disertano i nuovi bandi e addirittura fanno ricorso al Tar perché a detta loro questi non consentono di sostenere e coprire i costi necessari per gestire il servizio: finalmente le coop gettano la maschera e implicitamente ammettono che coi sacrosanti tagli del decreto sicurezza non ci stanno più dentro. Cinque cooperative della Lombardia hanno intrapreso la stessa strada delle realtà emiliane e toscane che nei giorni scorsi sono venute allo scoperto, spiegando che l’utile di impresa era venuto meno, e che in questi anni si sono ingrossate le tasche grazie all’immigrazione indiscriminata sponsorizzata dai governi a guida Pd”. Così Silvia Sardone, consigliere regionale e comunale del Gruppo Misto. “Le coop lombarde in questione parlano tanto di integrazione e inclusione sociale, ma la realtà è che – ridotti i fondi per l’accoglienza – si trovano di fatto senza soldi. Ma la loro stella polare non dovrebbe essere la solidarietà verso i bisognosi? Ancora una volta le cooperative predicano bene e razzolano male. La città di Milano – continua Silvia Sardone – a causa delle folli politiche portate avanti dalla coppia Sala-Majorino si è trasformata negli anni in un grande campo profughi a cielo aperto dove rapine, aggressioni e stupri commessi da profughi o presunti tali si leggono tutti i giorni sui quotidiani. Negli ultimi tre anni, a Milano, nell’ambito dei sistemi Sprar sono stati usati 15 milioni di euro per trovare occupazione ad appena 124 migranti: praticamente 120mila euro per ognuno di loro. E questa sarebbe l’accoglienza di qualità tanto sbandierata a sinistra? È così assurdo voler porre un freno all’immigrazione e garantire più sicurezza? Evidentemente per sinistra e coop sì”.
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