Il teatro alla Scala restituirà i 3 milioni già versati dall’Arabia Saudita, in quanto i bonifici non hanno rispettato le regole della donazione. La decisione comunicata dal sindaco Giuseppe Sala è arrivata al termine del cda, ed è stata presa all’unanimità.
Il CdA “insomma, un pasticcio di accuse e controaccuse, mezze informazioni e gioco delle parti che ora è arrivato al dunque e rischia di far saltare la poltrona del sovrintendente. Non nel senso di un licenziamento – anche se Fontana e altri membri del cda hanno affermato che il comportamento di Pereira avrebbe portato a un licenziamento in tronco in qualunque azienda – quanto nella mancata riconferma al suo mandato, in scadenza nel febbraio del 2020.
„«Non tutto si può comperare con i soldi, a partire dalla cultura. Il Teatro alla Scala deve rimanere patrimonio della storia culturale di Milano e dell’Italia. Cosa c’entravano i sauditi?», plaude Viviana Beccalossi, consigliera regionale del gruppo misto: «Milano in questi anni ha confermato la sua vocazione internazionale aprendo i suoi progetti di sviluppo a capitali stranieri. Ma qui stiamo parlando della Scala. Su questi temi non ci possiamo permettere colonizzazioni a suon di bonifici».“
“Sono felice di sentire la dichiarazione del sindaco Giuseppe Sala che annuncia la restituzione ai sauditi dei soldi già versati per entrare nel Cda della Scala”, ha dichiarato il presidente della Commissione Diritti Umani del Parlamento Europeo Antonio Panzeri, come riportato da Adnkronos. Per Panzeri, che è europarlamentare di Articolo 1, “sarebbe stato folle permettere a uno dei simboli più prestigiosi di Milano di collaborare con chi nel proprio paese calpesta quotidianamente i diritti umani e le libertà fondamentali. Quella di oggi è un’ottima notizia: è ciò che la Milano dei diritti si aspettava”
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