Parco Agricolo Sud Milano, Rota: “No aree naturali in campi coltivati”

Milano

“Le aree destinate a produzione agricola non possono diventare parco naturale”. E’ quanto dichiara Alessandro Rota, Presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza, sulla proposta di trasformazione di quasi 9 mila ettari del Parco Agricolo Sud Milano in aree naturali. “La stragrande maggioranza di questa superficie è coltivata – precisa Alessandro Rota – e quindi le modifiche andranno a incidere direttamente sul lavoro di parte delle oltre 900 aziende agricole attive nel Parco, che si estende su 61 dei 134 comuni della Città metropolitana, compreso il capoluogo regionale”.

“In questo momento devono essere altre le priorità del Parco – aggiunge il Presidente Rota – a partire da un efficientamento della struttura che assicuri risposte celeri alle richieste del mondo agricolo e che ridia slancio a questo importante “brand” del territorio, senza aggiungere ulteriori aggravi burocratici a ostacolare il lavoro delle nostre imprese”. “L’agricoltura milanese – prosegue il Presidente della Coldiretti interprovinciale – è già in prima linea sui temi della sostenibilità ambientale e della salvaguardia del territorio e può ancora offrire molto alla città metropolitana. Per difendere il territorio non c’è bisogno di nuove aree naturali calate dall’alto, in quanto nel Parco ci sono già numerose zone di pregio non destinate all’agricoltura, senza complicare ulteriormente la vita di chi coltiva e mantiene i campi del Parco Sud con sacrificio e passione”.

“E’ necessario che in questi tempi difficili – conclude Alessandro Rota – le nostre aziende possano vivere e affrontare le sfide del mercato senza ritardi e con libertà imprenditoriale, continuando a garantire produzioni di eccellenza e un cibo di qualità”.

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