Erano accusati di devastazione, ma non sono mai stati estradati
Erano accusati di devastazione per gli scontri ‘no Expo’ di Milano del 1 Maggio 2015, ma sono stati prosciolti dal tribunale meneghino, in quanto già condannati nel loro Paese per gli stessi fatti per reati ‘minori’ .
Sono cinque anarchici greci che parteciparono ai terribili fatti le cui immagini avevano fatto il giro del mondo.(IL VIDEO)
La Grecia aveva sempre rifiutato la loro estradizione nonostante che nei loro confronti fosse stata emesso un ordine di arresto con l’accusa principale di devastazione (punita con pene fino a 15 anni). Nel diritto penale greco infatti non esiste il reato di “devastazione e saccheggio” e non viene riconosciuta la reponsabilità collettiva, ma solo quella individuale. Nel 2018 i cinque anarchici per quei fatti sono stati condannati nel loro paese, ma solo per reati minori come la resistenza a pubblico ufficiale, rimanendo comunque in libertà.
Per questo motivo i difensori hanno richiesto l’applicazione del principio del ‘ne bis in idem’, ossia l’impossibilità di giudicare due volte un imputato per gli stessi fatti, che ha portato al “non doversi procedere” di ieri mattina della decima sezione penale (presidente Antonella Bertoja).
Nel 2018 già 45 antagonisti e anarchici avevano vista archiviata la loro posizione in quanto gli inquirenti avevano concluso che quelle persone non sarebbero state nel “blocco nero” che aveva messo a ferro e fuoco il centro di Milano. Mentre ai 4 che erano finiti in manette nell’autunno del 2015 erano state inflitte pene tra gli otto mesi e i due anni e quattro mesi, facendo cadere l’accusa principale di devastazione e incendio.
Tra gli antagonisti più scatenati nelle devastazioni invece, secondo i magistrati milanesi, ci sarebbero stati proprio i cinque anarchici greci prosciolti ieri. Tra loro c’era anche Alexandros Kouros che nel “blocco nero” di circa 300 persone avrebbe rotto con un “martello” “il cordolo di un marciapiede” per ricavarne “pezzi contundenti” passati “a un altro manifestante” e avrebbe poi sfasciato a martellate il vetro di un’auto e la vetrina di una banca.
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