Il Comune ha disdetto il contratto con OFO l’operatore delle Bici Free floating gialle che da un anno e mezzo giravano per Milano.
Fallisce dunque metà del servizio di bike sharing lanciato in grande spolvero un anno e mezzo fa. All’epoca avevo previsto, in una interrogazione a Granelli, che sarebbe finita così.
Non sono un mago ma avevo letto come era andata in altre città con questo modello di sharing. In Cina e nelle grandi metropoli questo business si basa sulla opportunità degli operatori di fare man bassa di profili, indirizzi mail e numeri telefonici di decine di migliaia di persone da rivendere ad altri. In questa fase le aziende crescono rapidamente e in Cina si sono addirittura quotate in borsa. Poi in molti casi chiudono e trovano più comodo lasciare tutto sul groppone delle amministrazioni.
A Milano per di più il contratto era scritto male. Ofo piazzava le bici dove gli pareva e non aveva previsto un servizio di recupero delle bici abbandonate, che infatti venivano trovate o occultate ovunque, Navigli compresi.
Il costo del recupero ora dovranno pagarlo i contribuenti, come previsto. Però Sala e Granelli non esistevano: volevano sciacquarsi la bocca con la green mobility e lo Sharing e non hanno badato ai problemi futuri. Che oggi dovranno pagare i contribuenti.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
La colpa è tutta della mancanza di senso civico di troppi… Non tutti ma troppi… E l’indifferenza colpevole e complice di chi vede e finge di non vedere