I migranti hanno fantasia, forza impulso. Soprattutto un desiderio di avere la meglio che non bada al come. D’altronde la lite se poi si prolunga per due anni, può sfociare in un’aggressione cieca e far male. Il luogo? Il cimitero monumentale che ispira silenzio, rispetto, un’atmosfera di quiete. Invece un egiziano di 44 anni, scrive Ansa, che lavora come manutentore al cimitero, è stato denunciato per lesioni personali per aver ferito a colpi di rastrello due colleghi peruviani davanti all’ingresso del cimitero. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, l’egiziano è in conflitto con i colleghi da almeno due anni e in più occasioni ci sono state liti e discussioni. Mai fino a ieri, però, si era arrivati alla violenza. Il dipendente, al termine dell’ennesimo confronto acceso, nell’area esterna del cimitero ha colpito i due peruviani di 30 e 34 anni, causando la frattura composta del braccio al primo (che ha riportato una prognosi di 35 giorni) e un trauma al volto al secondo (la prognosi è di 5 giorni). Un egiziano esasperato, non c’è che dire. Ma massacrare due uomini così violentemente non è da poco. Forse che sia colpa del rastrello? Per dire, comunque, che il dialogo, anche acceso non c’è più.