Sino al prossimo 5 agosto, Fondazione Prada di Milano ospita la retrospettiva “Whether Line”: il nuovo progetto video concepito da Lizzie Fitch (USA, 1981) e Ryan Trecartin (USA, 1981).
Commissionata da Fondazione Prada, la loro installazione multimediale di grandi dimensioni rappresenta il primo risultato di un processo creativo, intrapreso alla fine del 2016, con lo scopo di realizzare un nuovo film che indaga il concetto di terra promessa e l’instabilità intrinseca in ogni territorio.
Il progetto intende indagare sull’idealizzazione delle condizioni rurali attraverso svariate forme di narrazione.
L’indagine è stata effettuata in loco da i due artisti che, per tal ragione, hanno preferito stabilirsi ad Athens (Ohio) per sviluppare la loro analisi.
“Il set di Athens è molto diverso dai precedenti per vari motivi. In primo luogo per il legame con gli spazi aperti, tanto che anche l’interno instaura una forte relazione con ciò che c’è fuori. In secondo luogo, è unico perché è costruito per durare nel tempo, non è solo finzione. Vogliamo capire come rendere lo spazio accessibile ai visitatori. La nostra visione a lungo termine include un piccolo programma di residenze che prevede la possibilità di vivere e lavorare in questo luogo unico”, sostiene Lizzie Fitch.
A descrivere il progetto ci ha pensato anche Ryan Trecartin che ha commentato: “l’ambientazione ci ha fatto riflettere sul film in termini più ampi di quanto abbiamo mai fatto prima. A causa del brutto tempo i lavori di costruzione sono andati a rilento rispetto ai programmi. Alla fine, per questa parte di riprese abbiamo dovuto girare accanto all’edificio e modificare molte delle idee che avevamo immaginato su come utilizzare il set. Abbiamo avuto anche tanti problemi con i vicini. Da qui sono nati i contenuti che riguardano i concetti di territorio e proprietà e che si sono poi mescolati alle prime idee che stavamo già esplorando. L’atmosfera del film è diventata più cupa sotto molti aspetti… anche se in realtà le difficoltà e gli ostacoli che abbiamo dovuto affrontare sul campo sono stati un enorme regalo, perché ci hanno consentito di ampliare la struttura concettuale del progetto”.
Gli artisti modificano gli spazi attraverso dislocazioni di tempo e memoria per esplorare la nozione di frontiera e limite esistenziale, psico-sociologico e fisico.
Nella mostra echi sonori e visivi raccontano la natura e la vita quotidiana. “Whether Line” mette in gioco il desiderio di un’esperienza cinematografica coinvolgente, in cui il pubblico possa avere una certa possibilità di scelta e di azione, essendo allo stesso tempo spettatore e protagonista.
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