Panchine verdi a Porta Genova: un insulto al saper fare e al bello

Milano

Il bello non abita a Palazzo Marino che preferibilmente sovrappone anziché restaurare rispettando la storia. E in vista degli eventi del FuoriSalone la piazza di Porta Genova, vista la posizione nodale, doveva essere rivista per sembrare accattivante e apparentemente più fruibile. Sicuramente era vergognosamente caotica con asfalto orami pieno di buche, binari inutilizzati che sono stati spezzati o in parte coperti, pali, cartelli e panettoni in cemento sparsi ovunque. Era davvero un brutto buongiorno per chi arrivava. E allora il comune ha  “pedonalizzato” il piazzale della Stazione di Porta Genova definitivamente e ha aggiunto un intervento “leggero” di arredo urbano. Poca spesa, naturalmente, richiamandosi all’utilità, ma l’insieme sa di provvisorio, di appiccicato, di non finito. Una cosa misera che risolve ben poco. E non ci vuole la testa di un urbanista per capire che un’aggiustatina casereccia è ben lontana dal bello e dal rispetto. Una lettrice del Corriere, Chiara Consonni, riassume “Sfregio al design. Mi dica che la «sistemazione» di piazza di Porta Genova, che i cittadini si sono ritrovati da pochi giorni, è provvisoria, fatta soltanto per il Salone. Mi dica che quelle panchine verdi, così provvisorie e in apparenza instabili, così fuori luogo, non resteranno lì per i prossimi anni. Non posso crederlo. Non possono restare nel cuore del design, dei Navigli, di via Savona e Tortona, di una città in rinascita, base di espressione di archistar provenienti da tutto il mondo.” Per dire: un insulto al saper fare.

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