“Anche sorvolando sulla realizzabilità dell’operazione in un bilancio dello Stato zavorrato da 23 miliardi di clausole IVA per elargire prepensionamenti e confuso assistenzialismo, la flat tax per le famiglie con redditi fino a 50.000 sarebbe il più clamoroso incentivo fiscale della storia alle separazioni delle famiglie bi-reddito del ceto medio. Continuare a buttare miliardi in misure sbagliate, solo perché suonano bene in ottica di propaganda, è veramente un delitto. Se si vuole aiutare le famiglie del ceto medio, non soltanto quelle numerose, bisogna aumentare in modo esponenziale la riduzione del carico fiscale che determina la presenza già del solo primo figlio e poi dei successivi. Il quoziente familiare, ad esempio, va in questa direzione, perché somma i redditi familiari, ma poi li divide per teste, rendendo molto più attenuata la progressività in un contesto di assoluta equità, perché tratta in modo uguale nuclei familiari con lo stesso numero di componenti e con lo stesso reddito complessivo, a prescindere dalla sua distribuzione. È insomma un incentivo fiscale ad allargare la famiglia e a stare insieme. L’idea della Lega, invece, non offre alcun aiuto alle famiglie monoreddito fino a 25.000 euro, mantiene scarsamente significativa la rilevanza fiscale dei figli e addirittura incentiva pesantemente la separazione delle famiglie bi-reddito che hanno due redditi individualmente sotto i 50.000 euro, ma che sommati superano la soglia”.
Lo scrive in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia.
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