“In Marocco si usa così” E sicuramente per quel branco di otto italomarocchini la ferocia che hanno usato contro uno studente 18enne italiano è una prova di superiorità e di forza da esibire. La vittima del brutale pestaggio racconta a Il Giorno «A un certo punto un gruppo si avvicina a lui, chiedendo una sigaretta. Il mio amico risponde ‘non ce l’abbiamo’ e subito viene preso a schiaffi. Io mi avvicino, lasciando la mia ragazza lontano, li invito ad allontanarsi ma scatta il pestaggio. Erano in otto contro di me e il mio amico, che ha preso un pugno in faccia e se l’è cavata con qualche livido. Io ho ricevuto dei pugni e nel mentre sentivo dei colpi in testa con un oggetto che non saprei identificare»
L’aggressione è avvenuta poco dopo la mezzanotte di sabato mentre Giorgio (nome di fantasia) era sull’Alzaia Naviglio Pavese in compagnia della fidanzata e di altri due amici. Un’aggressione e un pestaggio che non hanno una ragione e ci si chiede quanto sia possibile un’integrazione e il rispetto delle nostre leggi. “In Marocco si fa così” gli hanno urlato. Per dire che in branco, 8 contro 1, ci vogliono insegnare dove sta la forza? Continua il racconto «È stata violenza gratuita. Se avessero voluto rapinarci avrebbero potuto benissimo farlo, non hanno puntato né agli smartphone, né ai portafogli, volevano solo farci male. Il branco è scappato lasciandomi a terra sanguinante. Il vigilante, in strada a controllare che non ci fossero bottiglie né bicchieri di vetro, accorgendosi della scena ha subito chiamato 118 e polizia. Sono stato soccorso e accompagnato al Policlinico dove mi hanno medicato e cucito le ferite. Il giorno dopo ho sporto denuncia ai carabinieri». E i controlli?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano