Andrea Campagna: Milano ricorda un eroe della quotidianità vittima del dovere nel quartiere Barona

Milano

Sabato 20 aprile 2019 ore 11.00 Parco Andrea Campagna (Via Davide Campari) – “Cerimonia commemorativa in occasione del 40° anniversario della scomparsa di Andrea Campagna”

La ferita aperta sull’uccisione del “Ragazzo della Barona in via Modica” è una delle pagine più tristi del terrorismo e del caso Battisti che aveva il suo nucleo del PAC in questo quartiere della periferia sud-ovest di Milano. La narrazione della vicenda Battisti, un delinquente comune, convertitosi in carcere a Udine alla pratica della lotta armata col suo gruppuscolo marginale, nella storia degli anni di piombo e diventato famoso dopo l’uccisione della guardia penitenziaria Antonio SANTORO e l’uccisione di altre tre vittime da parte del PAC. La notorietà a livello nazionale e internazionale è dovuto alla sua arroganza e manifesta strafottenza durante la latitanza e le molteplici  connivenze d’intellettuali di intellettuali della sinistra salottiera italiana che  celebrava la rivoluzione tra “wisky e champagne”, mentre la “Gauche francese parvenu au cavial”.

Tutto ciò dimostra  la miseria umana, storica e culturale accogliendo e proteggendo gli assassini compresi i pluriomicidi. In Italia i cattivi maestri  brindavano alla rivoluzione leninista con appelli infami contro il governo italiano repressivo e liberticida e solidarizzavano  con i terroristi assassini e delinquenti  alla Cesare Battisti che da ladro divenne “compagna di merenda” della sinistra leninista.

Migliaia di svergognati intellettuali radical chic firmarono appelli contro Calabresi e a favore di Battisti, Petrella ed altri famosi terroristi in carcere o latitanti. Si pensi al lucido “Teorema” del Giudice Calogero di Padova per avere individuato la centrale del “partito armato nel gruppo Autonomia” e fu costretto a tacere perché gli intellettuali sinistrorsi e salottieri gridarono al complotto contro la democrazia e la libertà in Italia.

Nella ricostruzione storica degli “Anni di Piombo” si dimentica sempre che l’Italia non ha mai smesso di essere una democrazia con un sistema che ha sempre difeso i diritti degli imputati, anche quando i terroristi proclamavano: “la lotta armata non si processa” e uccidevano a Torino il loro difensore avv. Croce.

Gli infami fiancheggiatori delle rivoluzione leninista, la cui ideologia minoritaria persiste tuttora, hanno dimenticato ch’è stata la Magistratura, in meno di 15 anni e con l’applicazione delle leggi, a garantire i processi, a darci una verità storica giudiziaria, a sancire la chiusura degli anni di piombo con la riconciliazione nazionale mettendo fuori dal carcere, pentiti, dissociati e irriducibili e vanificando le condanne all’ergastolo anche per i pluriomicidi.

L’Italia ha sempre rispettato la  Costituzione che prevede la rieducazione del reo da reinserire e integrare nella società, mal il percorso perdono-rieducazione dei terroristi, non deve mai significare legittimazione delle ragioni storiche dell’eversione contro l’ordinamento democratico dello Stato. Il terrorismo non fu guerra, ma infamia fanatica di delinquenti assassini pilotati dai cattivi maestri e da intellettuali  e componenti fanatiche della sinistra storica che gridavano “né con lo Stato, né con le brigate rosse”!  Qualche svergognato si è tardivamente pentito di avere firmato proclami falsi e bugiardi dei teorici  della lotta armata e degli autori di reati terroristici.

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