Smog e area B, bivacchi, alcol ai minori, carovane rom davanti alle aziende; anche questa è Milano

Milano

Tre problemi emergenti che il Sindaco sembra volutamente ignorare. Sono i milanesi che parlano e protestano. Anche ascoltare è fare il Sindaco. E risolvere

“Area B il Comune penalizza migliaia di cittadini che ogni giorno necessitano dell’automobile per raggiungere il luogo di lavoro o per portare i figli a scuola. Eppure, il parco mezzi di Palazzo Marino e delle sue partecipate annovera diversi veicoli Euro 4 e di categorie inferiori. Siamo di fronte alla solita ipocrisia della sinistra: ai milanesi in difficoltà vengono offerti incentivi insufficienti per poter sostituire il proprio veicolo, mentre l’amministrazione non ha ancora provveduto a rinnovare il suo parco mezzi». (Gianluca Comazzi Consigliere comunale di Forza Italia)

Invito il gentile signor sindaco a fare un salto in via Burlamacchi, in zona Porta Romana. Una vietta che ogni sera dalle 22 a notte fonda diventa ostaggio di quanti la usano per fare i propri, spesso illegali, comodi. Alla faccia di chi ci abita e la mattina si alza (magari molto presto) per andare al lavoro. Ci venga il sabato o il lunedì, quando il degrado raggiunge la sua apoteosi. Ma il deprimente spettacolo è garantito almeno 5 su 7. E troverà la strada invasa da ragazzini che bevono alcolici in barba alle norme; gli stessi ragazzini intenti a fumare, e spacciare, sostanze non propriamente medicali. Vedrà i nostri palazzi e le nostre auto vandalizzate Assisterà alle minacce verso chi, intorno alle 1.3o, si affaccia solo per chiedere il giusto diritto al riposo. Noterà che su mille clienti dei locali, il 95% non riceve uno scontrino fiscale. Noterà come le automobili dei clienti siano posteggiate ovunque. Provi a chiedere l’intervento della Polizia locale. E veda cosa le rispondono. (Un residente scrive al Corriere)

Via Serretta II campo rom davanti al capannone manda in crisi settanta aziende I camper dei nomadi bloccano l’ingresso del polo logistico ai tir.«Ci sono 77 aziende che usano il centro e sono tutte nella stessa identica situazione. Conviviamo con il rischio che da un momento all’altro decidano di disdire il contratto con noi, sarebbe un danno enorme. Lo capisce anche un bambino. Ci sono giorni in cui mi chiedo addirittura come fare a ricevere i clienti, con tutto quel caos che campeggia fuori dalla finestra…non possiamo neanche abbandonare i camion fuori dal nostro capannone, sennò come minimo li ritroviamo con le gomme tagliate. Però chi di dovere deve muoversi perché non va bene” (Libero)

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