Si fa presto a dire che anche le grandi aziende aprono in periferia, ma è indubbio che l’innovazione e il progresso di un luogo passi anche attraverso il lavoro. In periferia c’è un humus che è storia, anche recente. C’è una realtà sociale che ha sviluppato ritmi e riferimentìi, c’è soprattutto un’identità che è memoria. E, nonostante il rischio di una integrazione, ben venga l’operosità a cui Milano ha sempre risposto con spontaneità. E oggi chi fa impresa è quasi un eroe, nella giungla economica che è stata creata. Una periferia in cui, là dove l’ossessione di Sala è solo parole al vento, l’uomo e la sua volontà potrebbero riuscire a dare slancio e a creare nuovi centri di grande interesse. Il Corriere elenca “Delle mille grandi aziende in città (quelle con fatturato annuo superiore ai 50 milioni di euro), una su quattro ha scelto la periferia. E se, a monte, c’è la ragion di spazi, con la necessità di metrature che spinge fuori dal centro, a valle l’effetto è la nascita di nuovi poli cittadini attorno a cui sviluppare interi quartieri. Alcune realtà tecnologiche già animano le zone, come Fastweb-Symbiosis allo Scalo Romana oppure Vodafone e Huawei al Lorenteggio o, ancora, Siemens all’Adriano. L’emittente satellitare Sky ha fissato il suo quartier generale a Santa Giulia, oltre la stazione di Rogoredo, i marchi del lusso, Gucci e Lvmh nobilitano Corvetto e Vigentino, l’associazione calcio Milan si è spostata da via Turati al Portello, i big della farmaceutica Bayer e Bracco hanno «casa» in viale Certosa e a Lambrate. Altri colossi industriali come Prysmian e Pirelli stanno alla Bicocca e i progetti futuri si sprecano: uno su tutti, Luxottica in fondo a via Tortona.”
A cui si aggiunge un rilevanti numero delle piccole e medie imprese che aprono un’attività in periferia. E non per creare “isole” a se stanti, ma per “ individuare formule capaci di rigenerare luoghi e comunità ai margini, nella consapevolezza che solo crescendo tutti insieme si cresce davvero.” (Conferenza Cariplo). E ancora l’esperienza dell’uomo, non l’astratta idea di un amministratore viziato di ideologia, può essere vincente.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano