La fragilità di un anziano, confuso dall’Alzehimer, incerto tra le luci e i colori di una stazione Centrale nel ritmo frenetico degli arrivi e delle partenze in questi giorni festivi. Era scomparso dalla sua casa di Bergamo, per venire a Milano. Forse la suggestione di una memoria felice, forse la volontà di trovare qualcosa, ma quella gente, tanta gente l’aveva spaventato. E non si sa che cosa passa nei pensieri di un malato che non ha consapevolezza.
Domenica mattina la Sala Operativa della Polizia Ferroviaria di Milano ha ricevuto una segnalazione e, avuta la descrizione minuziosa dell’uomo scomparso, i poliziotti del Settore Operativo – fa sapere la Questura – si sono dunque messi alla ricerca in Stazione Centrale dove lo hanno ritrovato, un po’ disorientato e hanno poi chiamato il figlio che si è subito presentato per riportarlo a casa.
Un episodio che è finito bene, con prontezza, per l’ottimo lavoro territoriale della polizia e non c’è stato il tempo e l’occasione di avere incontri con i vari borseggiatori e spacciatori. Ma non è il solo nonno che scompare. Ricordo l’81enne di Limbiate, ritrovato dopo tre mesi, ma falciato, nel giorno stesso della scomparsa, da un treno. Voleva andare in Puglia, la sua terra. Perché negli occhi di un anziano c’è sempre una luce, un desiderio, nonostante i passi stanchi.

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano