L’accesso al Cenacolo è chiuso e allora si facciano itinerari periferici alla scoperta del degrado

Milano

Non c’è più l’Urban Center a cui chiedere dove è la Pietà di Leonardo e neppure a rettificare che la Pietà non è di Leonardo, ma il turista,  in quest’anno di commemorazione, ricorda Leonardo. Poi qualcuno gli ricorda che a Milano si può visitare il Cenacolo, opera universalmente conosciuta, ma occorre la prenotazione. Così il turista, munito di prenotazione, va per scoprire la magnificena de Il Cenacolo, ma la porta d’ingresso è chiusa. Eppure Milano mangia cultura a pranzo e a cena, è celeberrima per i tanti tesori pittorici e architettonici, Sala diventa un pavone se parla dell’efficienza della città, ma al primo maggio la visione dell’Ultima Cena è impossibile. Sicuramente era stata confermata la possibilità di visitarlo, ma l’accesso è chiuso. La litania arrabbiata dei visitatori non smuove di un millimetro le convinzioni di Sala che il trend dei turisti continuerà ad aumentare. E allora meglio stampare nuovi libretti informativi su quella Milano ignorata e tutta da scoprire. Come prima cosa. Comunque, si dovranno catalogare le zone di medio o grande degrado e le zone proibite gestite da non si sa chi. Poi creare itinerari, compatibilmente con le capacità di digestione dell’interessato e fornire ciascun visitatore di adeguati strumenti per non essere intaccato dalla sporcizia e dai rifiuti.

E finalmente Sala scoprirà che la periferia non è la magia di Sironi.

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