Strisce ordinate, si direbbe persino curate, Sono strisce che guardano con speranza, perché una motivazione ci deve ben essere. E nella solitudine di una strada che accarezza il verde, forse hanno capito che l’infinito è lontano, molto lontano. Graziella Fragiacomo in un post del Quartiere Salomone fotografa l’inutilità delle strisce e commenta “Interessanti queste strisce pedonali che finiscono NEL NULLA! Logica ne abbiamo?” La domanda è retorica se rivolta all’attuale amministrazione che si preoccupa e occupa dei regolamenti a cui attenersi se hai l’idea di ampliare il tuo dehor in Centro. E quelli verranno verificati, analizzati, per quel “decoro” che occorre tenere in Galleria e zone limitrofe.
Per il resto, nessuno si cura dei cantieri che vietano strade e passaggi ma sono fermi da mesi. Nessuno si chiede dove vanno a finire alcune piste ciclabili disegnate così non si sa perché, ma che rallentano viabilità e traffico. Nessuno si è mai posto il problema della segnaletica spazzata via e caduta dopo una giornata di vento.
Per non parlare degli abbandoni, siano case o oggetti, per Sala e compagnia nom importa. Scrive un lettore (e non è il primo) del Corriere “Posteggiata da un anno e mezzo, sul marciapiede di via Carlo Torre in zona Navigli c’è un’auto in sosta perenne sul marciapiede tra gli alberi” Lo denuncia un residente della zona, che ha segnalato l’auto al Comune ma è ancora in attesa che qualche agente esca per le verifiche.
Le segnalazioni non si contano. Alcuni rifiuti ingombranti dormono tranquilli per giorni anche se ostruiscono l’ingresso a un metrò. Palazzo Marino non vede, neppure le proteste. Le strisce, cara Graziella stanno lì, in via Zama, ma parlano di disinteresse, incuria e malafede. E, no, la logica non abita a Palazzo Marino.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano