20mila incidenti nel 2018 sulle strade di Milano, 60 i morti inghiottiti dall’asfalto. E bastano i numeri per confermare il traffico convulso, l’insufficienza o l’imprecisione della segnaletica, il disinteresse per le tante segnalazioni dei cittadini al Comune. Una situazione caotica che aggiunge caos ad una viabilità complessa. I Municipi tenuti dal Centrodestra più volte hanno sollecitato, richiesto la messa a norma almeno di leggibilità degli incroci pericolosi, ma le risposte non ci sono o tardano a venire. «Nel 90% dei casi l’elemento scatenante è la guida distratta, ma va detto che la circolazione a Milano è nevrotica. La velocità elevata diventa una concausa: basta una manovra azzardata dell’auto davanti che, per evitarla, si va a impattare da un’altra parte», spiega Daniele Vincini, segretario provinciale del Sulpm a Libero. «Poi d’estate circolano parecchie moto e i rischi sono ovviamente più elevati». Per quanto riguarda le categorie di persone, invece, a farne le spese più di altri sono anziani e ciclisti. «I primi spesso si attardano negli attraversamenti pedonali e finiscono per essere investiti, mentre i secondi bisogna ammettere che ci mettono del loro…».
L’elenco delle strade e degli incroci più pericolosi segnalati da Libero sono: 1° Viale Cassala – via Schievano, 2° Viale Zara, 3° viale Fermi, 4° Viale Rubicone , 5° Viale Umbria – via Orsenigo, 6° Via Meda – via da Cermenate.
La palma di incrocio più insanguinato non può che andare a quello tra viale Umbria e via D’Orsenigo. Il bollettino è da brividi: a febbraio ci sono stati cinque incidenti, di cui uno mortale, a marzo tre botti senza morti, mentre ad aprile quattro scontri e un altro morto. L’ultimo tragico impatto il 13 aprile, quando a perdere la vita è stato un motociclista di 47 anni centrato in pieno da un’auto all’altezza della solita intersezione. Da queste parti la mancanza di segnaletica sull’asfalto e le auto in sosta vietata per troppo tempo hanno dato vita a un mix letale.