Meno negozi nei centri commerciali e posti di lavoro a rischio con le chiusure domenicali

Attualità

L’allarme è di Confimpresa ed è una fotografia del commercio nella grande distribuzione che fa riflettere. Confimprese Lab e Nielsen hanno presentato, scrive Il Giorno, all’inaugurazione di Mapic Italy, una fotografia scattata dal report preoccupante visto che, come ha osservato Mario Resca, presidente di Confimprese, «alla luce dell’incertezza attuale il nostro osservatorio registra un incremento del 20% nelle chiusure per il 2019». «L’AGO della bilancia — ha aggiunto — si sta così spostando sull’online e sulle aperture all’estero, cresciute quest’anno del 30% sia in Europa sia in America e Asia. Si segnala anche una battuta d’arresto nelle aperture nei centri commerciali per i punti vendita con metrature dai 400 ai 1.500 mq e oltre, sia nel food sia nel fashion. Il settore arredo casa, poi, ha già rivisto al ribasso i piani di sviluppo, in particolare per i centri commerciali e al momento prevede aperture solo nei centri storici, mentre le librerie mostrano cautela nelle valutazioni di eventuali nuovi store di proprietà».

Il danno della chiusura festiva è evidente, la leggerezza della decisione è penalizzante. Dobbiamo dire ancora grazie a Di Maio? Confimprese ha rimarcato che l’incidenza domenicale sul fatturato è del 20% nei centri commerciali, del 10-12% nei centri storici e del 25-30% negli outlet. Se la misura restrittiva ipotizzata dal Governo dovesse essere approvata, il retail registrerebbe una flessione di fatturato dal -2,9% a -5,5% con una perdita occupazionale di 150mi1a posti di lavoro. Uno scenario che in sintesi registra un eventuale chiusura di negozi e il rischio di perdere posti di lavoro. Riguardo le chiusure festive, Confimprese ha rimarcato che l’incidenza domenicale sul fatturato è del 20% nei centri commerciali, del 10-12% nei centri storici e del 25-30% negli outlet. Se la misura restrittiva ipotizzata dal Governo dovesse essere approvata, il retail registrerebbe una flessione di fatturato dal -2,9% a -5,5% con una perdita occupazionale di 150mi1a posti di lavoro.

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