In un momento in cui il teatrino della politica sembra non volerci risparmiare proprio niente, pubblichiamo un articolo di “Lercio” che ci propone una parentesi di leggerezza.
Era sfuggita a tutti, tranne a lui, la clamorosa postilla che si celava, ma neanche tanto, tra le righe del contratto di governo siglato tra Lega-M5S (e guai a definirla alleanza, ché quella è una roba zozza!).
Lui è l’anonimo funzionario della Procura della capitale che da mesi stava inutilmente aspettando che Di Maio si recasse nel suo ufficio per sporgere l’annunciata denuncia per le manomissioni operate al decreto fiscale da una fantomatica manina: “Era già qualche settimana che stavo lì alla mia scrivania in attesa che da un momento all’altro il ministro del Lavoro aprisse la porta, e tra una partita a cookie jam, un caffè e una sigaretta (la rete è troppo lenta per il porno, la mettiamo o no ‘sta banda larga?!) ho iniziato a sfogliare per curiosità ‘sto famigerato decreto e vi giuro, era davvero da schiantarsi dal ridere! Il condono che non era un condono ma pace fiscale, che meraviglia!”
Incoraggiato da questo primo approccio con uno dei testi del governo giallo-verde, il funzionario ha subito cercato altro materiale simile per allietare le proprie giornate in ufficio e si è imbattuto nel citato contratto di governo: “Quando ho letto l’incipit a momenti soffocavo. ‘Vogliamo rafforzare la fiducia nella nostra democrazia e nelle istituzioni dello Stato’. No, ma questi sono fantastici. Io ne ho letti di libri umoristici, tutti i Fantozzi, Amurri& Verde, Achille Campanile, ma questi ragazzi sono dei fenomeni”.
Solo una volta ripresosi dal dolore alla mascella e dal male alla pancia, il nostro eroe ha fatto la clamorosa scoperta; dopo pagine di vantaggi fiscali agli strati più ricchi, strette sulla costruzione di luoghi di culto per musulmani nel nostro paese in contrasto con la libertà di culto garantita dalla nostra costituzione, la questione del bullismo inserita nel capitolo sulla sicurezza, c’era ancora una nota che diceva: E inoltre ci impegniamo a mandare allo sfascio questo Paese.
Augusto Rasori (Lercio)
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