Un anno e un mese di carcere. È la pena chiesta dalla procura generale di Milano per il sindaco Beppe Sala, imputato per falso materiale e ideologico nel processo sulle presunte irregolarità nell’assegnazione dell’appalto per la progettazione e realizzazione della cosiddetta “Piastra dei servizi” di Expo, in pratica l’ossatura infrastrutturale del futuro sito espositivo. (Il Giorno)
“Il reato – ha spiegato il sostituto pg Massimo Gaballo – e’documentalmente provato”. Il primo cittadino avrebbe falsificato due verbali nelle sue vesti di amministratore delegato e commissario straordinario della societa’ Expo, in concorso col suo allora ‘braccio destro’ Angelo Paris. Secondo l’accusa, i due imputati avrebbero retrodatato di 13 giorni i due verbali relativi alla commissione aggiudicatrice della gara sulla ‘Piastra’ per non dover rifare la gara e mettere cosi’ a rischio l’inaugurazione di Expo. (Affari Italiani)
Sala era sicuramente un pubblico ufficiale, gestiva denaro pubblico di enti pubblici. E non è vero, per l’accusa, che il falso fu innocuo. E Sala “non è credibile quando cerca di minimizzare il problema. Sala era amministratore delegato della società appaltante, è inverosimile che qualcun altro abbia potuto assumere senza la sua approvazione una decisione così grave”. Una sola concessione fa la Procura al sindaco: “l’esiguo disvalore dei fatti”. Per questo la richiesta di condanna è il minimo della pena prevista dal codice. (Il Giornale)
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