Una gag di Crozza per asfaltare il niente propositivo dei boss Zingaretti, Calenda, Pisapia. Tre protagonisti che diventano pupazzi, balbuzienti, su cui dovrebbe emergere il “senso politico” di Zingaretti per indottrinare i due amici. Dopo un discordo epocale sull’odio attribuibile agli avversari sempre e comunque in questa campagna elettorale al veleno, i due sprovveduti soci chiedono “..“e se poi ci chiedono una cosa specifica? Tipo il programma… i contenuti… che facciamo?” Odio è la parola d’ordine, declinate la parola. Una gag per sintetizzare con verosimiglianza quell’astio, quel sempre presente astio verso chi ha idee diverse. Salvini promuove una manifestazione pensata da tempo, predica le sue boutade elettorali che, comunque, hanno un seguito di voti? Allora facciamo un festival degli striscioni anti Lega per smarcarci platealmente. La verità è che, nonostante la moda degli striscioni fosse poco originale, i professionisti del dissenso erano pochi. Ma i radical chic e il comune hanno esposto le loro idee che, banalmente, sono state annegate nella partecipazione della folla. I “Senza Muri” per essere democratici in questa città aperta, hanno costruito un muro di emarginazione che è la negazione del rispetto delle idee altrui. “Non sei il benvenuto”, “I nostri balconi più alti dei tuoi muri”. E Sala con enfasi, quasi avesse in mano una spada “Spazio a tutti per fare manifestazioni ma poi quello che io dico a questi sovranisti è che si possono prendere l’Italia, l’Europa, il mondo ma non Milano”. A cui Majorino aggiunge “Al massimo 30mila persone hanno partecipato alla manifestazione di Salvini e Le Pen, un buco clamoroso viste le 100mila annunciate. È evidente che Salvini sta iniziando a perdere colpi. Moltissimi non vogliono farsi incantare dalla sua Brexit all’italiana fondata sull’odio. Con questo non voglio dire che la spinta nazionalista non sia forte ma è evidente che, come già dicevamo il 2 marzo scorso quando a manifestare furono in duecentomila, l’aria sta cambiando.”.
Opinioni che diventano illusioni. Ma è quell’odio che sta anche nel corteo antagonista al grido di “Fascista” che rimanda al vuoto di idee e di programma della sinistra. E Salvini fa il suo discorso senza mediazioni, da “e qui comando io”, e votatemi perché la Lega diventi il primo partito in Europa. Con i soliti eccessi verbali e non solo, di sicurezza, di previsione. La piazza dei Sindaci ascolta e vuole credere. Lontana la guerra con Di Maio, il baratro dell’economia, le promesse non mantenute, ma in un’affermazione c’è l’orgoglio della tradizione “Hanno negato le radici giudaico-cristiane e chi nega le sue radici non costruisce nessun futuro, altrimenti rischieremmo di aprire le porte a quell’Eurabia di cui parlava Oriana Fallaci, una madre dell’Europa. Non possiamo accogliere il diverso se dimentichiamo chi siamo”.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano