Nel dibattito italiano manca la cultura liberale

Attualità

Un dibattito che miseramente si squaderna a livello governativo e nelle piazze radiotelevisive c’è un fil rouge di egoismi, di ripicche, dove la visione di un’evoluzione dell’Italia è l’affermazione con rabbia delle proprie idee. Manca soprattutto una cultura liberale. Scrive Paolo Gambi “Mancano proprio gli elementi fondamentali che rendono neanche contemporaneo, ma moderno il sistema di pensiero che gira nei neuroni italici. Primo fra tutti il pluralismo, inteso come l’idea che la propria convinzione non sarà mai un sovrano assoluto nel regno delle opinioni…Ciò che la cultura italiana si trova oggi è quindi un terreno minato da scorie radioattive che perduto il sapore dell’ideologia comunista dominante sono sempre in cerca di un’altra ideologia con cui insaporirsi: che sia il femminismo totalizzante della Murgial’ecologismo alla Greta Thurnberg o il nulla militante di Saviano, in Italia sembra non possa esistere cultura senza militanza ideologica esclusivista.” E Nicola Porro commenta il volume “Cultura liberale” di Corrado Occone, ritagliando semplici concetti “il libro vi dà decine di spazi più immediati. Dal concetto di tolleranza (con succose battute sulla nostra folle accondiscendenza alle culture più arretrate per un malcelato senso di colpa) a quello di pluralismo. Vi porta per mano spiegando la differenza fra contrattualismo e utilitarismo, e ancora in poche pagine ci racconta del rapporto con il Cristianesimo e recupera la colta differenza tra le libertà degli antichi e quella moderne.” Ribadisce Paolo Cambi “E la differenza tra loro e un intellettuale liberale sta in un pensiero di sottofondo che travalica le naturali simpatie da gruppi minimi di Tajfel. Un intellettuale militante infatti occupa case editrici e istituzioni culturali lasciando poi passare solo chi rientra nelle maglie sempre più strette della sua ideologia. Un intellettuale liberale invece è sostanzialmente disinteressato alle opinioni degli altri intellettuali. E infatti non fa gruppo e lascia che vincano i cartelli organizzati.”

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