“Il regista del mio primo film, ‘Godot’, Yves Allegret mi diede la regola che mi hanno ripetuto anche i grandi e che poi ho seguito per tutta la mia carriera: non recitare guarda, ascolta, sii te stesso. Non fare l’attore, vivi. Ecco da quel momento ho vissuto tutti i miei ruoli”, ha raccontato Delon al pubblico.
Vivi, mangia la vita, con le armi delle tue idee. Idee che si possono condividere o disprezzare, ma sono l’anima di Alain Delon. Il mito, l’icona del cinema francese è stato premiato a Cannes con la Palma d’oro d’onore, un omaggio ai sogni di chi lo ha ammirato, un grazie anche ai registi che lo hanno scelto. Le sue esternazioni che non sono mai adulatorie, che non seguono il pensiero dominante per convenienza, sono e rappresentano Alain Delon. E allora che senso hanno le polemiche delle femministe di professione, soprattutto italiane, per certe ammissioni politiche di destra e di essere indifferente al matrimonio tra gay?
Delon è Delon, ma sul successo dei suoi film di cui spesso è anche produttore, occorre dire “chapeau”.
Cannes è stata stregata ancora una volta dai suoi occhi blu, da quell’incedere sicuro, compreso, senza retorica. Il suo gesto è ampio, comprende le emozioni di 83 anni. “”Ho pensato a questo premio come alla fine della mia carriera, alla fine della mia vita, un omaggio postumo” ha detto l’attore senza nascondere che la vecchiaia per lui leggenda del cinema “è un periodo difficile, davvero duro”. “Non volevo questa Palma d’oro, non spetta a me ma ai registi che mi hanno diretto. A Visconti, a René Clément, a Melville, a Jacques Deray. Loro non ci sono più e io la accetto per loro”. E l’uomo non ha trattenuto la commozione, crollando in un pianto che sembrava non finire. A se stesso ha sussurrato “penso a Mireille (Darc) e a Romy (Schneider)”. L’ovazione è durata 10 interminabili minuti.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano