Brunetta : “Il Governo è ormai allo sbando“

Attualità

Finita la propaganda elettorale, ora i nodi vengono al pettine. I vuoti slogan elettorali danneggiano la credibilità del nostro paese.

“Questo Governo ridicolo è ormai allo sbando e il motivo è molto semplice. Finita la fase di propaganda elettorale, durata purtroppo un intero anno, i nodi sono ora venuti al pettine e quando gli esponenti della maggioranza sono costretti ad abbandonare gli slogan e a ragionare sui numeri si dimostrano incompatibili sul piano delle scelte di politica economica e incapaci di trovare un’intesa.

L’ultimo caso, in ordine di tempo, è quello del decreto famiglia, tanto caro al Movimento Cinque Stelle che contava di lanciarlo prima delle elezioni di domenica, in maniera da sbandierare un’altra misura di aumento della spesa pubblica con l’intento di guadagnare voti. Peccato che, per ammissione stessa del ministro dell’Economia Giovanni Tria, le coperture di quel decreto non siano ancora state individuate. Le risorse, in sintesi, non ci sono. Per questo motivo, il decreto ha dovuto essere rinviato. Inoltre, a proposito del famoso miliardo di euro che sarebbe stato risparmiato sul reddito di cittadinanza, sempre il ministro Tria ha dichiarato addirittura di non sapere cosa sia e che se per il reddito di cittadinanza “si spenderà meno di quanto preventivato si saprà a fine anno e non adesso. È inoltre chiaro che queste spese non possono essere portate all’anno successivo”. Proprio ieri, sulla questione, era intervenuto anche il viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia, che aveva detto che i risparmi derivanti dal non utilizzo del reddito di cittadinanza saranno utilizzati per evitare l’aumento dell’Iva e non per finanziare altre misure per la famiglia, come vorrebbe il vicepremier Di Maio. Un altro punto di disaccordo tra Lega e Movimento Cinque Stelle.

Il ministro Tria, in un’intervista alla trasmissione Agorà, ha bacchettato ancora una volta il vicepremier Salvini e le sue dichiarazioni sul dovere da parte del Governo di non rispettare le regole europee di finanza pubblica. “Il deficit non è una decisione autonoma dai mercati, perché significa prendere denaro a prestito”, ha spiegato Tria, e “il problema è che il deficit significa che qualcuno sia disponibile a prestarci del denaro a quel tasso di interesse. Inutile pensare di fare un deficit per 2-3 miliardi in più quando poi per fare questo dobbiamo fare interessi aggiuntivi per 2-3 miliardi”. Una analisi tanto semplice quanto veritiera, che dovrebbe essere fatta propria dall’intero Esecutivo, se davvero fosse responsabile. Nonostante siano in aperta campagna elettorale, i membri del Governo dovrebbero astenersi dal formulare dichiarazioni inopportune sui conti pubblici perché, anche se dopo le elezioni gli slogan cessassero, tra gli investitori internazionali rimarrebbe comunque la percezione che l’Italia non voglia rispettare le regole e la punirebbero con l’ennesimo sell-off dei titoli di Stato”.

Lo scrive in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.