Aveva due anni il piccolo brutalmente picchiato e ancora picchiato fino alla morte. Non ha capito il perché, l’accanimento violento, il dolore. Annientato, senza difese, ucciso. Il padre che ieri mattina si era reso irreperibile, è stato arrestato ed ha confessato l’atroce omicidio. Si chiama Aliza Hrustic, ha 25 anni, è croato, era drogato, è stato colto da un raptus irrefrenabile, ha percosso il figlio fino a vederlo morire. Così ha raccontato e la lucidità della narrazione stride con la ferocia del gesto ripetuto e violento. Spiega Il Giornale “La sua confessione è avvenuta davanti agli investigatori della squadra Mobile di Milano e al pm Giovanna Cavalleri. Ai poliziotti ha anche dichiarato di aver assunto hashish la sera stessa e di non essere riuscito a dormire tutta la notte”. A descrivere il temperamento aggressivo e forse disturbato dell’assassino è lo zio “Non ci parlo da due anni, da quando mi ha dato una botta in testa, cercando di uccidermi. Non ho mai visto il bambino, non lo conoscevo, ma ora lo voglio vedere, solo che la polizia non me lo permette. A mio nipote, il giudice deve dare l’ergastolo, se ha fatto a suo figlio quelle cose”. Non si comprende la figura della madre presente quando gli investigatori sono arrivati sul posto, in via Ricciarelli. Purtroppo in questa Milano apparentemente vibrante di lavoro e di cultura secondo alcuni, esistono sacche di disadattamento molto frequenti che poi accedono con estrema facilità all’assunzione della droga. Il padre? Forse un disperato ma che conosce rabbia e violenza. Al piccolo è stata negata in modo terribile la vita.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano