La verità, vi prego, su queste elezioni Europee

Attualità

Mi scuserà, spero, il Professor Mingardi se mi approprio del titolo del suo ultimo, geniale, libro. Ma stavolta, invece che del liberismo, qualcosa di vero va detto su cosa sia successo due giorni fa in Europa e su cosa cambierà nella nostra vita. Partiamo da un dato di realtà: non si è votato per le politiche. Non si è votato per le Regionali, le Comunali o le elezioni di condominio. Si è votato per quell’oggetto buffo e complesso denominato Unione Europea. In particolare per rinnovarne il Parlamento. Dei 751 eletti, i Parlamentari Italiani sono 73 oggi, diverranno 76 dopo l’uscita della Gran Bretagna. Questo significa che la trentina di leghisti eletti pesando il 5% totale, a spanne.

Premessa noiosa, mi rendo conto, ma fondamentale per motivare una affermazione pesante: no, la Lega non ha trionfato. Cioè, ha sicuramente vinto in suolo nazionale. Ma oggi, che inizia la vera avventura per cambiare l’Europa, non peserà assolutamente nulla. La maggioranza, infatti, numericamente non potrà che essere tra PPE, i popolari, S&D, i socialdemocratici di stampo Piddino ed ALDE, i liberal tipo la Bonino. Quindi, in Europa, chi influirà saranno Forza Italia e PD. Cosa comporta questo, concretamente? Che le partite più importanti su economia, integrazione Europea ed immigrazione le seguiremo noi. Non loro. Che Salvini non avrà le forze, o i numeri, per influenzare il Parlamento. Insomma, no, non potrà rivoluzionare nulla.

Questo compito toccherà ai sette coraggiosi Parlamentari votati in Forza Italia. Otto post Brexit. È una vittoria, dunque? No, affatto. Siamo una delegazione piccola, di un paese irresponsabile. Avessimo preso solo 4 punti percentuali in più saremmo stati più incisivi. Ma questo ha deciso il popolo. Va, però, detto che nelle aule di Bruxelles e Strasburgo non funziona tutto sui numeri. Quello che conta, soprattutto, è la competenza personale. E la presenza. Ed allora una delegazione con onorevoli universalmente stimati come Tajani o Salini, paradossalmente, rischia di contare di più di una allegra comitiva in viaggio premio. Con molti decibel e poche competenze.

Di questo si accorgeranno gli (ahimé pochi) attenti osservatori di cose Europee, quando cercheranno di far passare qualcosa. O di contrastare qualche normativa. Non sarà urlando o calpestando dei fogli che si porteranno a casa i risultati. Torna alla mente Almirante. Noto per le sue eccellenti doti retoriche, un giorno gli fu chiesto come fosse divenuto così bravo. La risposta fu che doveva tutto a Togliatti che, durante una infuocata tirata in Parlamento, gli rispose con un ghigno dicendo che non aveva ancora capito la differenza tra aula e piazza. Colpito da quella affermazione, Almirante modificò modi e toni, diventando il gigante che tutti ricordiamo.

Speriamo che bastino pochi ghigni Tedeschi ed Olandesi per trasformare i gitanti in Europarlamentari. Fino a quel momento, le sorti delle nostre imprese e del nostro Paese saranno nelle mani dei pochi che ottengono il rispetto dei colleghi di ogni nazionalità e portano a casa i risultati. E no, non sono gli amici del Capitano.

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