Siamo circondati da posteggiatori abusivi che si moltiplicano: un fenomeno fuori controllo

Milano

Non c’è che dire, l’abusivismo va di moda, ti fa sentire autonomo, a volte imprenditore di te stesso, scaltro fino alla raffinata capacità di imbrogliare gli altri e così senza troppa fatica puoi diventare parcheggiatore abusivo. Un illecito che non fa rischiare la galera, costa quell’attendere con la faccia atteggiata al servizio che stai per offrire e quella prontezza di segnalare con convinzione un fazzoletto di strada per un parcheggio. Il fatto è che l’hanno capito in molti, che non ci vuole una preparazione e, a volte, neppure un italiano fluente. Milano è grande, i luoghi frequentati sono conosciuti e, per chi è più pigro, ci sono i piazzali in certe ore vuoti dei cimiteri. Promettono sorveglianza esemplare, ma si fa presto a dire: qualcuno tornando al parcheggio non ha trovato né la macchina né il parcheggiatore. Posteggiatori abusivi in 90 strade della città: da Papiniano alla Triennale, da Porta Venezia a via Vittorio Veneto, dai Navigli a piazza Pagano. «La zona della Triennale è ormai abbandonata a se stessa, ha un grosso bacino d’utenza e questo è vero. Però oramai è la terra di nessuno», sbotta Jarach (F.I) a Libero. «Idem in viale Papiniano. E queste sono solo le due macro-aree del centro dove si concentrano i posteggiatori abusivi. Disseminate qua e là ce ne sono a decine, vanno e vengono. I problemi principali, tuttavia, sono concentrati in quelle zone perché lì operano persone organizzate che gestiscono gli “affari” in maniera puntuale e non a casaccio…Il fenomeno è sotto gli occhi di tutti», chiosa Jarach, ci sono solo due strade da percorrere. O si trova un modo per regolarizzare queste persone o le si toglie direttamente dalla strada. Di sicuro far finta che non esistano non serve a nulla».

A Milano nel 2018 i parcheggiatori abusivi meneghini sono lievitati di qualcosa come il 430% rispetto all’anno precedente, nota Libero.

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