I Rom, belli o brutti, buoni o cattivi, amati dal Papa e dalla Boldrini, sono persone che hanno fatto delle scelte, hanno le loro abilità e le loro aspirazioni. E una cosa è opinione di tutti: non sono stanziali. Ma Milano ha il fascino della tolleranza, del fai da te senza controlli: in una parola, pur appartenendo ad un’etnia precisa, sanno vivere ai margini, ma con le proprie regole. Per dire che si dichiarano tutti disoccupati, si specializzano in borseggi, in furti, con un modo di vivere, diciamo, spontaneo in cui l’igiene è tutti i giorni inventata. Ma non tutti i Rom si identificano con gli abitanti delle carovane, nel degrado, occupando ora qua ora là “buchi”, non importa dove. Ma il Rom che si evolve e raggiunge uno “status” fintamente borghese, e, scrive in un’inchiesta Libero, “ In qualche caso separando le proprie abitazioni, progressivamente sempre più grandi e appariscenti, dalla miseria che le circonda con cancelli e muri di mattoni. In altri direttamente abbandonandola per trasferirsi in case, cascine, talvolta anche ville nei comuni dell’hinterland milanese. Uno dei casi più noti e curiosi è quello della famiglia Di Gianmarco, un tempo noti come Jovanovic (prima di cambiare cognome), di cui alcuni membri sono stati recentemente arrestati dai militari dei Carabinieri per aver svaligiato la notte dello scorso Natale l’abitazione di un dirigente Huawei a Trezzano sul Naviglio…E così che, nel corso degli anni, le forze dell’ordine hanno sequestrato nelle diverse stanze delle abitazioni televisori ancora impacchettati, lavatrici, frigoriferi e finanche vasche idromassaggio Jacuzzi. Sempre a sud di Milano sono gli insediamenti di via Martirano a Muano: strutture plastiche prefabbricate, mono e bifamiliari”
Lo sfarzo di dubbio gusto segnala affari di una certa entità, ma circa un anno fa fu trovato da parte dei carabinieri un modulo abitativo pieno di borse e valige, paia di occhiali griffati rubati in giro per la città. Famiglie che hanno tentato il primo gradino di emancipazione, preparate, abili. E il nomadismo non mi pare sia una loro abitudine. Milano, ripeto, è tollerante…