I lettori di Repubblica, su invito della testata, scrivono numerosi, espongono la fierezza di essere milanesi, plaudono con entusiasmo alla costituzione di un Museo che esalti l’identità milanese, soprattutto del secolo scorso. Ma chi non vorrebbe ricordare, esaltare la memoria di una città operosa e creativa? Nel guardare il tempo passato c’è comunque l’idealizzazione comprensibile dei tanti personaggi che qui hanno operato per dare slancio a quel “nuovo” in cui si intrecciano molte luci nelle intenzioni e molte ombre nel quotidiano della realtà.
A tanto entusiasmo rispodo con una lettera sempre inviata a Repubblica, ma più pragmatica: “Il fondo stradale di Beato Angelico. Solidarizzo col signor Arosio che le ha scritto di Porta Genova e concordo pienamente circa le condizioni di certi fondi stradali a Milano. Invito, chi ne avesse tempo e voglia, a percorrere per intero la via Beato Angelico e la seguente via Amadeo. Di fronte a un evidente stato di degrado e pericolo, basterebbe pensare alla sicurezza di chi percorre queste vie. Vorrei chiarire che non mi trovo d’accordo sul menzionare esempi peggiori, quale consolazione”. Sintetizza un lettore del Corriere “Via Linneo Manca manutenzione Nel giardinetto del liceo classico Beccaria l’erba è ormai alta più di un metro e dall’inizio dell’anno scolastico non è mai stata tagliata. Anche l’erba del confinante giardino pubblico Valentino Bompiani viene tosata solo di tanto in tanto ed è fuori controllo. Adesso in zona ci sono pure le cornacchie che insidiano i passanti e i cani. Certamente occorre più attenzione per la manutenzione del verde da parte del Comune.”
Anche questa è Milano, la città europea, la città smart, quella insomma che si presenta con le buche nelle strade e se ne infischia del decoro.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano