E voilà le sfide, ma se non le fa Milano, chi le può fare? Sala ne è convintissimo, sicuro delle sue scelte “Finché ci saranno partner del genere, io conto di poter fare una cosa molto difficile, che è quella della gestione dell’integrazione.”
Riferisce mianews “Riguardo al contesto sociale nazionale, il sindaco ha evidenziato il ruolo della città di Milano, che descrive come “più evoluta e più disponibile ad accettare delle sfide, ad andare contro quello che apparentemente, solo apparentemente, è il comune sentire della paura. Noi lo possiamo fare perché tutto funziona e quindi diventa un po’ più facile. Ma se non lo facciamo noi, chi lo può fare?” Perché dargli torto, ad esempio, sulla sfida denominata “accoglienza” negli stabili abbandonati, nelle case abusivamente occupate, sullo stato evoluto della città che mai aveva registrato un degrado così diffuso, sulla forza motrice che “funziona” o così si dice nei salotti dell’alta borghesia chic. E a proposito di accoglienza e integrazione, sfide, ripeto, di una città evoluta che funziona, Sala vada ad esempio, soprattutto dopo le 18, lungo i binari di viale Monza dove spunta la favela degli immigrati che si sono accampati per dormire con decine di materassi ammassati e luridi vicino alla stazione di lavaggio dei treni a lunga percorrenza. C’è anche il servizio doccia, sfruttando l’acqua destinata alle carrozze e il tunnel funge da dormitorio pubblico. Vanno e vengono con metodo, quasi fosse un hotel, insensibili al fetore, alla sporcizia, alla precarietà. Sala non ha neppure fatto la fatica di segnalare il luogo, il tamtam dei migranti è bastato per “integrarli” con il territorio. Quanti sono non si sa, il numero è variabile, ma una cosa è certa: chi li cerca in questo degrado? Sul posto, chiarisce Libero, si è recato il consigliere comunale e regionale della Lega, Massimiliano Bastoni «Il modello di città che viene disegnato, ricorda tanto il (falso) sogno americano: ce la puoi fare e se non ce la fai, è solo colpa tua, perché Milano è attrattiva e includente. Peccato che questa città «attrattiva e includente, neghi la questione migranti. A pochi chilometri dalla stazione Centrale, si è stabilito questo accampamento e non dimentichiamo che qui abitano pure cittadini costretti a convivere con questa situazione»
Anche questa è una sfida vinta?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano