Gli schizzi delle pozzanghere di Milano non sporcano il bel vestitino di Barbara Palombelli e neppure le scarpe dei fanatici del modello Milano che ogni giorno senza vergogna ci propongono la rinascita di una città, un esempio per l’Italia. Una città che si gonfia come un pallone gigantesco di parole, di ipocrisia e di ideologie malsane. Per la felicità di Sala, del Corriere, di Repubblica e dei tanti commentatori schierati a sinistra che si inebriano di avere un fortino sinistrorso e un Sindaco che si appropria della genialità e della operosità dei tanti cittadini che fanno impresa con intelligenza e lungimiranza. Ma il regalo dell’amministrazione Pisapia e, oggi, di Sala è la frattura sempre più vistosa tra i ricchi e i poveri, tra centro e periferie emarginate, tra milanesi e immigrati. Una sperequazione di trattamento che ha ghettizzato luoghi e persone, nel nome di una ideologia ecumenica che ha dimenticato la fatica del vivere di chi è vittima della crisi economica, di chi non ha più strumenti propri per sopravvivere dignitosamente. Gli schizzi di fango che sono le grida lanciate dalla strada, dal web, nei sit in improvvisati hanno l’effetto di una masturbazione mentale, sono un’altra città inascoltata e senza risposte. “Ma tu sei il mio sindaco…”, leggo sul Corriere. E sembra di vedere la personificazione dell’idolatria. Eppure nelle cose che attengono all’amministrazione c’è la manutenzione delle strade, delle scuole, del verde, che non esiste o esiste in modo pressapochistico. Gli innumerevoli comitati si arrangiano, puliscono, con iniziative proprie, il degrado dei muri violati dai graffiti o i giardinetti dei bambini, segnalano con forza i tanti luoghi abbandonati ora sedi di abusivismo e spaccio. Invocano un po’ di pace nelle sere di rave party, ma poi costatano che i Centri Sociali non vengono sgomberati, che si può fare commercio non autorizzato con grandi proclami, che la sporcizia e la mancanza di igiene non sono elementi che interessano Sala. E non sono occasionali gli eccessi né dei migranti né dei Rom che proseguono con l’insediamento delle proprie carovane dove pensano sia più consono al loro vivere. E se la Stazione Centrale accoglie il visitatore con qualche borseggio non previsto, in Galleria si trovano, ben mimetizzate, le professioniste specializzate in furto con destrezza. Le sacche di illegalità si moltiplicano per la “rinascita” multietnica voluta dall’accoglienza di questa amministrazione. E l’occhio di benevolenza per gli stranieri c’è nell’assegnazione delle casa, nella baby card, nelle piazze dedicate all’immigrazione senza controlli. La rinascita c’è e si vedrà nell’aumento del ticket ATM,con la metro che sempre più spesso frena convulsamente, che fa tremare muri e bar nelle vicinanze, che offre spettacoli di risse indecenti. Ma oggi si delinque ad ogni ora del giorno, ad ogni età, ma il teaser alla polizia locale non va dato, ha sentenziato Sala. Si riqualifica un pezzo qui e uno là con qualche alberello, soprattutto se uno sponsor è disponibile. Anche questo è il modello Milano di cui né la Palombelli, né i giornaloni schierati parlano. “Ma tu sei anche il mio Sindaco…”
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Che Milano, come qualsiasi città, abbia problemi è inutile negarlo: è proprio così. Che Milano sia assai più avanti rispetto alle altre città italiane non lo dicono gli schierati, ma i fatti. Tornando agli schierati, però, il punto è proprio questo: ci sono e sempre ci saranno, per Milano e per qualsiasi altra città, italiana o straniera. Però, leggendo il pezzo di cui sopra, mi dico: gli schierati sono solo acriticamente pro o anche acriticamente contro? Secondo me, tutti dovrebbero farsi questa domanda…