Dicesi manutenzione l’insieme delle operazioni necessarie per mantenere in buono stato, in piena efficienza qualcosa (la definizione è di Repubblica). Aggiungo che dovrebbe essere preoccupazione di un buon amministratore porre in atto periodicamente o in via eccezionale quelle operazioni che permettono la cura e la conservazione di un bene, soprattutto se è utile a una comunità. Ho ricordato la sintesi per costatare ancora una volta come il sostantivo non esista nel dizionario di Sala e compagnia. Per una Giunta proiettata nel futuro, che mangia innovazione mattina e sera, che si gingilla in progetti di grattacieli svettanti, evidentemente l’esistente, spesso storico e artistico, è una noiosa realtà a cui non si dà importanza, anche se si stratta di ambienti preposti all’educazione e alla cultura dei bambini. E così non meravigli che all’asilo comunale di via Castellin0 (ma è solo un esempio) la situazione dell’edificio sia tragica, nell’indifferenza di un Comune che è proprietario.
Infiltrazioni d’acqua alle pareti, pavimenti sconnessi, lavandini inagibili e gabinetti inutilizzabili sono, per sommi capi, i motivi delle proteste. Ma anche quando si costruisce (settembre scorso) un asilo avveniristico a City Life per pochi fortunati, con i crismi dell’ecosostenibilità, in legno, le classi oggi sono roventi. Racconta Il Corriere “Per i tecnici del Comune, l’impianto necessita di un sistema di tende per evitare l’effetto serra in alcune aule. Primo edificio interamente in legno della città, unico pubblico con la certificazione suprema Leedplatinum, con un sistema collegato al termovalorizzatore di Figino e tutti gli ultimi ritrovati in campo di sostenibilità. Eppure al nido di via Stratos, a Citylife, le temperature sono definite «inaccettabili» con picchi vicini ai 27 gradi centigradi. «Errore progettuale o difficoltà nel gestire la tecnologia?» si chiedono dunque oggi i genitori…All’inizio di giugno, i controlli richiesti dalla struttura, hanno portato a scoprire che l’impianto di raffrescamento non era stato ancora azionato dalla ditta di manutenzione del Comune (assessorato Lavori pubblici), un’impresa abituata a lavorare su sistemi tradizionali, assai diversi dai nuovi impianti di raffrescamento.” Per specificare che parlare di innovazione, di modelli prefigura un sogno fatto di retorica, ma aggiornare il personale, verificare la fattibilità di manutenzione con gli strumenti presenti, non appartengono a quel saper amministrare del visionario Sala. Il problema non è risolto perché si tratta di sistemi integrati moderni per cui servono competenze che forse le ditte del Comune non hanno.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano