Diciamolo subito: ai Rom manca quella Kultura, quella creatività collettiva che sono alla base del fascino internazionale degli antagonisti e dei Centri Sociali. Godono di una benevolenza consolidata, soprattutto della sinistra, ma volete mettere a confronto le espropriazioni proletarie con i furti ripetuti ogni giorno? I Rom si accontentano di allevare caprette e pony, ad esempio in zona Chiesa Rossa, ma gli antagonisti allevano artisti per graffiti, musicisti alternativi, dibattiti contro ciò che è istituzionale e, all’occorenza, sono difensori dei migranti e degli stessi rom. Li accomunano l’abusivismo in varie forme e la cucina. Ma non si fanno concorrenza: è un modo per essere accoglienti e popolari, almeno nel prezzo, spesso fisso con varietà di prodotti, sulla carta tutti genuini. E se i rom si divertono con una trattoria esentasse, esenpermessi, esencontrolli, i centri sociali possiedono, con le stesse caratteristiche, locali per così dire specializzati. Anche una crèperie che a Milano non è facile trovare. Libero ha elencato: Panetteria Occupata di via Conte Rosso, il centro sociale Cantiere di via MonteRosa da mesi sforna una “Taverna sociale” ad hoc con piatti della tradizione culinaria di ogni parte del mondo. Frittelle cilene e cotolette argentine al seguito. La tavola calda in questione ha persino uno slogan (“II gusto della rivolta”) e un logo. Si tratta di un cappello con una stella: non Michelin ma rossa, ça va sans dire. Idem per i “colleghi” del Csoa Lambretta di via Edolo, sgomberati alla fine dell’anno scorso e ritornati in auge da poco con il pub “La perla nera”. I gestori del Leoncavallo di via Watteau, non temono la concorrenza. Nemmeno se è a colpi di cocktail o birre vendute ghiacciate. Loro vantano persino la presenza su TripAdvisor, uno dei siti più famosi del globo per la ricerca di un posto dive andare a mangiare, con una pagina dedicata che incamera decine di recensioni, osserva Libero. E poi promuovono dibattiti antisistema, per modificare leggi dall’alto del loro essere irregolari. L’ultimo chiedeva “Le scritte sui muri sono un problema? Perché l’espressione umana diventa un qualcosa da reprimere?” Per portare avanti la loro guerra contro chi non valorizza e penalizza i graffitari. Una grigliata conviviale li renderà uniti e fieri dei loro diritti. Anche quello dell’abusivismo.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano