Leggi la narrazione di Letizia Moratti, la postura elegante, la concretezza del pensiero che diventa azione e scopri ancora una volta come le idee siano state indirizzate al bene comune, alla realtà sociale. E allora il brand Milano, enfatizzato dalla sinistra ma così deficitario, diventa sempre di più un’operazione di marketing. L’immagine levigata di un’utopia, con i piedi d’argilla, con un’ideologia astratta che ha identificato negli ospiti migranti i bisognosi da proteggere, senza una strategia sul come.
Gli ultimi per Letizia Moratti sono persone, senza colore, avviate al dialogo di una reintegrazione voluta e reale, mettendo in campo e potenziando le abilità dei singoli, nobilitandoli in un contesto imprenditoriale che renda merito alle loro competenze. Letizia Moratti ha rilasciato un’intervista a La Stampa sul come fare welfare oggi in modo ampio e costruttivo, dimenticando volutamente schemi posticci di modelli vecchi e frammentari, fino all’affermazione “A risollevare il welfare sarà il sociale”. E l’esperienza, la riflessione nei suoi 40 anni a San Patrignano, non è casuale. Imprese sociali che si aprono con capacità organizzative al sociale, la sua ricetta. Dice «…una risposta a sfide inedite che le società contemporanee affrontano, come la crescita demografica, l’invecchiamento della popolazione, l’emergere di nuovi rischi e bisogni sociali. Gli attuali problemi richiedono nuovi modi di pensare e agire, azioni che incoraggino nuovi sistemi di welfare e un ecosistema favorevole a imprese che si pongono obiettivi sociali». L’esempio di San Patrignano dà la dimensione «Per il 50% dei ricavi dei vari prodotti e delle attività: il caseificio, il forno, solo l’anno scorso abbiamo prodotto 38.000 panettoni. E poi la tessitura, facciamo sciarpe e plaid. Ma abbiamo anche un’attività di fundraising, con donazioni e progetti speciali, come la collezione d’arte». Potrebbe essere un modello da considerare.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano