LAVORO: BRUNETTA, “GLI ITALIANI NON CREDONO PIÙ AI TRIONFALISMI DEL GOVERNO, RIMANIAMO AL TERZO PEGGIORE POSTO PER DISOCCUPAZIONE. ALTRO CHE SALARIO MINIMO E TERRORE ALLE IMPRESE: È NECESSARIO RIDURRE LE TASSE E LA SPESA PUBBLICA”
“La fotografia che oggi l’Istat ci offre del mercato del lavoro è sicuramente un segno di incoraggiamento in un momento difficile dell’economia italiana. È oltremodo scorretta, però, la fanfara che il governo ha organizzato ascrivendosi il merito di questi dati. A questi giovani politici affabulatori non dovrebbe sfuggire, infatti, che il miglioramento occupazionale investe tutta l’Europa e che il nostro differenziale sia con l’euro area sia con l’Unione Europea non è affatto colmato, anzi. Rimaniamo al terzo peggiore posto per disoccupazione totale e per disoccupazione giovanile e non riusciamo a colmare il differenziale con l’Europa. Certo i dati ci dicono che abbiamo il record di occupazione dal 1977, ma i giovani analisti del governo dovrebbero notare che non miglioriamo sostanzialmente né la componente femminile né la componente giovanile di occupazione. Aumentano solo gli adulti oltre i cinquanta anni e questo per effetto delle leggi pensionistiche su cui sembra non avere nessun effetto quota 100. Altro che ricambio occupazionale. La fascia adulta con carichi familiari tra i 35-50 anni continua a perdere occupazione, in un anno 208mila, nell’ultimo mese 34mila. E ci si dovrebbe accorgere che il tanto famigerato decreto dignità nell’ultimo mese ha generato 27mila nuovi occupati insieme a 13mila a termine e 28mila indipendenti. E qui si va vedere forse il primo effetto delle modifiche fiscali su partite IVA che rischiano però di balcanizzare il mercato del lavoro. Poca roba per tutto quello che si è detto e soprattutto in contemporanea con l’aumento dei contratti a termine, tanto importanti per la dinamica dell’economia italiana.
Suggeriremmo maggiore prudenza e più attento studio di quello che avviene nel mercato del lavoro, non perché tifiamo per il partito dei gufi, ma perché siamo con gli italiani che perdono fiducia, vedono aumentare le tasse, non vedono aumentare i salari, e ogni giorno ascoltano di imprese in crisi. Altro che salario minimo e terrore alle imprese, qui è necessario procedere con tagli alle tasse, meno spesa pubblica e meno incertezza sulle regole per fare crescere l’Italia”.
Lo scrive in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia.
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