Porti chiusi, sigillati, praticamente aperti

Attualità

Andar pel vasto mar… Torna di moda la nostalgia, anche musicale. In attesa che qualcuno fermi gli arrivi sul bagnasciuga (ironicamente l’unico posto dove Salvini possa bloccare qualcuno secondo legge), Mediterranea fa rotta su Lampedusa. Vele spiegate (sì, questa è una nave a vela, sarà contenta Greta) e si va. Malta si propone di accoglierli? Va bene, ma devono mandare le motovedette, perché altrimenti è troppo lunga fin là. È chiaramente una barzelletta, ma purtroppo succede così: se le leggi le fai male ti armi con una pistola giocattolo. Può essere una riproduzione molto fedele, non dico di no. Ma al primo colpo la differenza si nota tutta. Salvini con la Sea Watch ha svelato il trucco, ed oramai non ci casca più nessuno.

Soprattutto con i chiari di Luna dalle parti della Tripolitana. Ieri la notizia di un centro di detenzioni per migranti preso a colpi di mortaio. 40 morti. Reazione di Serraj: a questo punto li liberiamo tutti. Secondo l’Huffington Post sarebbe un ricatto per avere anche armi. Secondo me è un’esigenza strategica: non ci sono uomini ed armi per proteggerli, quei posti. Quindi tanto vale togliersi un punto debole. Non lo vedo come un ricatto, non è che Serraj debba perdere la guerra per far piacere a noi. Se vogliamo che la vinca e che i 7 mila detenuti stiano dove sono è ora di prendersi un paio di responsabilità in più un paio di migliaia, se pensiamo agli istruttori da mandargli con le armi. Un paio di decine di migliaia se vogliamo essere seri. Ci sarebbe, infatti, una proposta seria e fattibile.

Tranquillo, Serraj, i centri di detenzione li prende in gestione l’Onu, li proteggiamo noi e ti diamo pure una mano con quel cattivone di Haftar. Certo sarebbe costosetta come manovra, ma sarebbe anche risolutiva. C’è solo un piccolo problema in tutto questo. Haftar non ha dietro solo Macron. Quello è il volto pubblico della vicenda. Il vero potentato che lo sostiene è la Russia. E no, Putin non ha alcuna intenzione di consentire che perda così. Ieri a Roma deve averlo fatto casualmente notare a chi di dovere. E così, temo, si avvicini sempre di più il momento della resa dei conti. Quello in cui per difendere il patron di Mosca arriveremo a credere davvero che i porti siano chiusi mentre veniamo sommersi da 7/8 mila disperati. Nel giro di qualche settimana. Dopo aver smantellato il sistema di accoglienza.

Intanto la Alex va, vela vento verso Lampedusa. Così potremo goderci altri dieci giorni di tira e molla sull’apertura dei porti. Perché, di fondo, l’importante è passare la giornata. Domani, in fondo, è sempre e comunque un altro giorno.

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