Pesa più un kilo di ferro o un kilo di piume? Dal Viminale ci rispondono convinti la prima. Questa, in sintesi, la notizia di ieri. Ovvero: diamo 54 immigrati a Malta. Ne riceviamo in cambio 55. Il tutto con lo scopo, peraltro non certamente errato, di attirare la Alex in porto e sequestrarla. Questo era il piano. Ovviamente non ha funzionato. Ma andiamo con ordine. Perché quella nave va assolutamente eliminata dall’equazione?
Perché è il riassunto della stupidità ideologica della sinistra sull’immigrazione. È una nave di legno a vela con pochissimi viveri a bordo, capacità nautica di un pedalò e predisposizione a queste missioni attorno allo zero. È una tragedia nautica a vela, in sostanza. E bisogna avere davvero in massimo spregio la vita umana per usarla come nave da soccorso. Quindi sequestrarla era, prima di tutto, un favore ai naufraghi.
Come voi saprete nel gioco delle tre carte ci vogliono velocità di esecuzione, occhio attento e molta pratica. Ma soprattutto un buon complice. Altrimenti salta tutto. Noi abbiamo provato a fregare complice e cliente, riuscendo nella titanica impresa di fallire due volte. Infatti i Maltesi davano per scontato che li avremmo fatti sbarcare a Lampedusa e poi avremmo fatto lo scambio. Avevano questa convinzione per la banalissima ragione che, altrimenti, non avremmo potuto sequestrare la nave. Ma noi, notoriamente più furbi, avevamo deciso che la Alex avrebbe dovuto far vela su La Valletta e là la avrebbero sequestrata. Era tutto logico, lucido e scientifico. Salvo due piccolissimi dettagli.
Il primo è che da dove si trova ora la barca ci sono cento miglia nautiche ed undici ore di navigazione. Con un mare che la Alex con con 54 persone a bordo non può fare in sicurezza. Il secondo è che, come è effettivamente avvenuto, donne e bambini li devi sbarcare prima. Trasbordandoli. Quindi siccome il capitano della nave non è un completo idiota ha detto: ok per Malta, ma solo con trasbordo su una loro motovedetta. Tradotto, o entro a Lampedusa che vedo già da qua, o Malta mi manda qualcuno e col cavolo che mi sequestrate la barca in un paese in cui non do del tu ai magistrati. Qui si comincia a sgretolare il brillantissimo piano. Perché una nostro motovedetta va a prendere i primi profughi. E lo scambio diventa ridicolo.
Cosa fai, fai scendere la gente qui e la mandi a Malta in cambio di altri naufraghi? Ma con che logica? Quello che andava fatto era far entrare la nave, mostrare al mondo in che condizione vanno in giro le ONG, sequestrargli il naviglio e poi redistribuire i disperati in tutta Europa. Invece no, abbiamo provato la furbata ed abbiamo fallito. Ed io ho un sospetto, non confermato da nessuno, ma molto forte: ovvero che il problema sia stato comunicativo. Non ci siamo capiti coi Maltesi e questo ha fatto saltare tutto. Vedremo se ho torto o meno. Di sicuro ci aspettano degli altri, lunghissimi, giorni di polemiche. Che, come dice Di Battista, stanno cominciando ad annoiare un po’ tutti.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,