Giovedì 11 luglio – ore 18.00 e ore 20.30 – Bach a Weimar – Robert Hill – clavicembalo
Bach a Weimar è il programma con cui il clavicembalista Robert Hill si presenta per la prima volta al pubblico di Milano Arte Musica, giovedì 11 luglio alle ore 18.00 e alle ore 20.30, nella Sala Capitolare del Bergognone. In occasione della riapertura della Sala, chiusa per oltre un anno per interventi di restauro delle “tavole” lignee dipinte dal Bergognone, entrambi gli appuntamenti saranno accompagnati da una visita guidata.
Il concerto si ripropone di fissare il profilo di Bach durante gli anni trascorsi alla Corte di Weimar, una stagione fondamentale che vide il talentuoso musicista trasformarsi nell’arco di un intenso decennio, dai ventitré ai trentadue anni, in un compositore maturo e completo. Nell’estate 1708 Bach entra in servizio come organista e musicista da camera del duca di Weimar. Dopo un lustro, durante il quale inizia a cimentarsi anche nella musica vocale, il 2 marzo 1714 è promosso a Conzertmeister, primo incarico ufficiale da compositore. Lascerà la Corte nel dicembre 1717, per il disappunto del duca che, respintene le dimissioni, lo farà mettere agli arresti prima di congedarlo. A Weimar il Bach virtuoso e autore avrà modo di dedicarsi assiduamente alle tastiere; grazie alla biblioteca e agli interessi della Corte potrà entrare in contatto con la più aggiornata musica strumentale italiana, esperienza che si rivelerà fondamentale per il compositore.
Il formato preludio & fuga, con la sua dialettica tra forma libera e rigore dello stile severo, è il traliccio di questo concerto. Il Preludio e fughetta in mi minore BWV 900 che funge da lever de rideau è un lavoro sostanzioso, che introduce un’ampia fuga a tre voci, il cui soggetto è imparentato con quello della grande Toccata e fuga per organo BWV 540. Magnifico è il Preludio in si minore BWV 923, la cui intensità espressiva si basa su una libertà di condotta che rinuncia a ogni profilo tematico per simulare un furore improvvisativo che dia libero sfogo all’estro dell’interprete. Lo completa secondo diverse fonti la Fuga, nella medesima tonalità, BWV 951, il cui singolare soggetto, bizzarro e cromatico, Bach trasse, come quelli di altre due fughe (BWV 946 e 950), dalla raccolta di Sonate a tre op. I di Tomaso Albinoni (in particolare dal II tempo della Sonata n. 8, appunto in si minore), uscita a Venezia nel 1694, quando il compositore tedesco era ancora bambino: prima traccia, in questo concerto, della fondamentale frequentazione col repertorio italiano, e dimostrazione dell’interesse nutrito da Bach per la qualità dell’invenzione melodica di questi modelli, sviluppata, in questo caso specifico, in una fuga articolata e grandiosa, che mette a frutto le risorse espressive del contrappunto doppio. Terza occorrenza del genere è la Fantasia e fuga in la minore BWV 944, un lavoro diverso rispetto all’omonima BWV 904 ascoltata nell’altro concerto, che accoppia dieci battute di libera fantasia rapsodica, risolta unicamente in arpeggi, a una fuga monumentale che di battute ne conta quasi duecento, già pubblicata a Londra da Clementi nel 1811 e fondata su un soggetto cinetico costituito unicamente da quartine di semicrome: un lavoro davvero impressionante, che Bach rielaborò nel Preludio e fuga in re minore per organo BWV 543, e che corona degnamente il nostro recital, dando il polso dei traguardi raggiunti dal compositore negli anni fecondi di studio e lavoro creativo alla Corte di Weimar. Non è sfuggita la relazione tra questa fuga e il tema del primo Allegro del Concerto in si minore di Giuseppe Torelli trascritto per il clavicembalo da Bach, sempre a Weimar, ottavo d’una serie di sedici, omaggio al meccanismo serrato e implacabile della produzione italiana per archi, trasportata sulla tastiera, fatta oggetto di profonda riflessione e destinata a fecondare in modo significativo lo stesso linguaggio bachiano. Al modello francese guarda invece la Suite in la minore BWV 818, estraneo alle più celebri raccolte inglese e francese: probabilmente tra le prime prove bachiane del genere, è preservato manoscritto in due versioni, una delle quali priva di minuetto e preludio. Giova senz’altro, col suo piglio determinato, l’aggiunta di quest’ultimo, porta d’ingresso flamboyante alla serie di danze, che alternano di volta in volta la distesa amabilità dell’Allemande al meccanismo della Courante, al lirismo cantabile della Sarabande, arricchita dai suoi double (ciascuna delle due versioni ha il suo), all’elegante Menuet, al gioco serrato della conclusiva Gigue a tre voci, che sfrutta nella seconda parte l’inversione del tema della prima.
11 luglio: posto unico 15 euro Giovani fino 26 anni: posto unico 5 euro (disponibilità limitata)
Punti vendita: sul posto, secondo disponibilità, 40 minuti prima di ogni concerto; in sede presso la segreteria parrocchiale di S. Maria della Passione dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.00; online (con diritto di prevendita): Circuito Vivaticket www.vivaticket.it
Sala Capitolare del Bergognone – Via Conservatorio 16
MM San Babila, tram 9, 19, bus 54, 61, 94
INFO – Associazione Culturale La Cappella Musicale – tel e fax 02.76317176 – e-mail mail@lacappellamusicale.com – sito www.milanoartemusica.com
PROGRAMMA
Johann Sebastian Bach Preludio e Fughetta in mi minore BWV 900
(1685-1750)
Concerto in si minore BWV 979
da G. Torelli (A. Vivaldi?)
Allegro – Adagio – Allegro – Andante – Adagio – Allegro
Preludio in si minore BWV 923
Fuga in si minore su un tema di T. Albinoni BWV 951
Suite in la minore BWV 818
Preludio – Allemanda – Corrente – Sarabanda, Double 1,
Double 2 – Minuetto – Giga
Fantasia e Fuga in la minore BWV 944
Il clavicembalista e fortepianista americano Robert Hill è stato professore di Tastiere storiche e Prassi esecutiva storica alla Staatliche Hochschule für Musik di Friburgo (Germania) dal 1990 al 2019, ora è professore di Clavicembalo e titolare della cattedra Eugene D. Eaton Jr. di Prassi esecutiva barocca del College of Music presso l’Università del Colorado a Boulder (Colorado/ USA). Ha studiato clavicembalo con Gustav Leonhardt al Conservatorio Sweelinck di Amsterdam, diplomandosi nel 1974. Nel 1987 ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia della musica all’Università di Harvard, con una tesi sulle fonti e i problemi di autenticità dei brani tastieristici giovanili di J. S. Bach. Gli interessi musicali di Robert Hill vertono sull’esecuzione di brani solistici e cameristici dall’inizio del XVII secolo fino alla fine del XIX.
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.